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Primavera Sound 2018: dal 28 maggio al 3 giugno a Barcellona. Nella line-up c’è anche Cesare Basile | News | Festival | Concerti

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Arctic Monkeys, Björk, Nick Cave and The Bad Seeds, The National, Lorde, Migos, A$AP Rocky e Jane Birkin sono in testa al travolgente cartellone della diciottesima edizione del festival di Barcellona. Nella line-up c’è anche il nostro Cesare Basile.

Siano benedetti i musicisti, perché senza di loro niente di questo sarebbe possibile. Un vivace western girato ad Almería e con finale inaspettato apre il sipario sulla line-up del Primavera Sound 2018, uno dei più attesi degli ultimi anni. Il mondo intero conosce ora i nomi dei quasi 200 artisti che danno forma al cartellone della diciottesima edizione del festival, che avrà luogo a Barcellona dal 28 maggio al 3 giugno.

Un festival non è definito dalla sua line-up, ma una line-up dice molto riguardo al festival. E quello del Primavera Sound 2018 è stellare, completo, contemporaneo, col giusto flow, al femminile e al presente, per fedelissimi, senza scritte in piccolo, e ballabile, molto ballabile. Una line-up che è molte line-up in una. Una line-up che adesso è vostra.

La scia dei grandi nomi del Primavera Sound 2018 è travolgente: il tour del ritorno degli Arctic Monkeys, dopo quattro anni di assenza, è alla guida della delegazione, Björk porterà il suo luminoso Utopia nella sua attesa prima apparizione al festival e Nick Cave and The Bad Seeds porteranno finalmente sulle scene il catartico Skeleton Tree in quello che già promette essere un concerto storico. Questi sono solo alcuni dei nomi salienti di un elenco stellare che consacra The National e The War On Drugs come due delle più imprescindibili rock band di questa generazione, A$AP Rocky e Migos come l’apice della scena hip hop e trap contemporanea mondiale, e Lorde come nuova stella del pop del ventunesimo secolo. A completare il tutto, questa edizione regala anche la possibilità di vedere un’artista leggendaria come Jane Birkin cantare i brani del suo disco dedicato a Serge Gainsbourg, accompagnata da un’orchestra di 50 elementi. E questo è solo l’inizio.

Nell’era della frammentazione e dell’impazienza, il Primavera Sound continua a scommettere sulla narrazione. La line-up del festival non si può spiegare solo con le sue varie sezioni, perché ogni artista è stato scelto meticolosamente e ha un ruolo indispensabile all’interno del tutto: ogni nome ha la sua ragion d’essere. Per questo vediamo convivere le leggende del free jazz Art Ensemble of Chicago con le stelle dell’hardcore Dead Cross (con Mike Patton dei Faith No More e Dave Lombardo degli Slayer), un pensatore libero del flamenco come Capullo de Jerez con i miti barcellonesi del punk La Banda Trapera del Río, il maestro delle colonne sonore Jóhann Jóhannsson con gli inclassificabili Sparks, i ritorni di Mike D (che rivisiterà i classici degli indimenticati Beastie Boys), John Maus e Peter Perrett degli Only Ones, il nuovo radicale progetto di Fermín Muguruza con The Suicide of Western Culture con il post-rock celestiale di Lift to Experience, il futurismo sonoro di Madlib insieme alla tradizione africana della diva Oumou Sangaré, o il black metal dei Watain con la sperimentazione elettronica di Nils Frahm. Eccezionale sarà la partecipazione di Cesare Basile che presenterà al pubblico del Forum le sue canzoni che affondano le radici nella musica mediterranea e in quella africana, interamente cantate in dialetto siciliano. Tutti insieme compongono il carattere del Primavera Sound: un festival di festival.

Anno dopo anno, i nostri specialisti del booking tengono conto con grande attenzione la rappresentatività di una grande varietà di origini, sensibilità e contesti. Nel 2018, il Primavera Sound si descrive al femminile. Stelle come Björk e Jane Birkin guidano una varietà di talenti che conta molte figure ragguardevoli: partendo dalla figlia stessa di Jane e Serge, Charlotte Gainsbourg, continuando con Haim, Fever Ray, Chvrches, Beach House, Warpaint e chiudendo con il ritorno di Lykke Li. Ci saranno anche artiste emergenti come Lorde, Ibeyi, Maria Arnal, Hinds, Waxahatchee, Yonaka, Vagabon, Jorja Smith, Javiera Mena, Jlin, Bad Gyal e Sevdaliza, chiamate a rappresentare il futuro della musica. A tutte le ore, con tutti gli stili, su tutti i palchi: le donne sono il vero motore del festival.

La black music continua a guadagnare terreno in ogni angolo del Primavera Sound, allo stesso modo in cui lo sta guadagnando giorno dopo giorno sulla scena globale. Questa edizione dà il benvenuto a un nuovo re dell’hip hop, A$AP Rocky – che arriverà con il suo attesissimo terzo album – o il popolarissimo trio della trap Migos – diventati il vero fenomeno del 2017 grazie al loro inno Bad and Boujee. Ma l’attenzione data a questo genere dal festival si consolida definitivamente con il ritorno dei prodigi Vince Staples e Tyler, The Creator, entrambi con alle spalle alcune delle migliori opere della stagione passata, oltre ai protetti di Drake Majid Jordan e la rigenerazione apportata da The Internet, Thundercat, Jorja Smith o Kelela per dirne solo alcuni.

Oltre a guardarsi all’indietro in cerca dei punti di riferimento di questa generazione e verso altre latitudini in cerca di voci differenti, il cartellone del Primavera Sound tiene sempre il polso della situazione della musica del momento. Quest’anno accoglierà il venezuelano Arca, una delle personalità più straordinarie a essere emerse negli ultimi anni, che presenterà il suo album omonimo, uno dei grandi successi del 2017. Vedremo anche Maria Arnal i Marcel Bagés, che hanno trionfato sulla scena spagnola con il loro debutto 45 cerebros y un corazón grazie anche alla loro canzone folk d’avanguardia. Allo stesso modo, il momento dorato delle nuove musiche urbane in Spagna sarà rappresentato dall’impareggiabile C. Tangana (sarà la sua terza visita consecutiva al festival) e dalla giovanissima e già internazionale Bad Gyal, senza dimenticare i recenti fenomeni dei Cigarettes After Sex e i Rhye o le nuove dimensioni dell’indie rock incarnate dai Rolling Blackouts Coastal Fever e dalla band di Maiorca Oso Leone, che riveleranno finalmente i brani del loro terzo album. Un rinnovarsi permanente.

Consolidato come evento di riferimento internazionale, il Primavera Sound non dimentica le sue origini. Gli Shellac libereranno anche quest’anno la loro belva rock come in ogni edizione precedente e allo stesso modo DJ Coco metterà la firma di chiusura al festival con il suo set che è sia festa che comunione collettiva. Inoltre, per il quinto anno consecutivo, il DJ e produttore di Barcellona John Talabot porterà il suo ormai celebre Disco Set nell’area elettronica del festival.

Allo stesso modo, il Parc del Fòrum sarà ancora una volta visitato da artisti che sono ormai parte della famiglia e che rappresentano appieno il DNA del Primavera Sound: dai Beach House nel loro unico concerto nei festival europei per il 2018, ai Mogwai che tornano dopo la loro performance unexpected dello scorso anno, passando dagli Slowdive in assoluto stato di grazia (il loro tour della reunion prese il via proprio dal Primavera Sound 2014), Deerhunter, Father John Misty, Belle and Sebastian (che si esibiranno gratis nella giornata inaugurale del mercoledì), Grizzly Bear, Ariel Pink, The Breeders, Spiritualized, Ty Segall and The Freedom Band, Unknown Mortal Orchestra, Panda Bear o, su un piano più locale, Delorean, La Bien Querida, Za! e Christina Rosenvinge. La nostra casa è la loro casa.

Le band sconosciute di oggi saranno gli headliner di domani. Questa formula è stata ripetuta più volte dal Primavera Sound e nel 2018 si avvererà per la voce vellutata di Jorja Smith, che segna un punto di svolta nel soul britannico, il produttore Knox Fortune (che ha già collaborato con Kanye West e Chance The Rapper), i sorprendenti Starcrawler e Yonaka, ognuno da un diverso lato dell’Atlantico, il dotatissimo Rex Orange County e le sfacciate Hinds, il synth pop millennial dell’australiano The Kite String Table, l’esplosione fluorescente dei Superorganism o le voci dal futuro di Yellow Days, Sevdaliza, Nick Hakim e Mavi Phoenix. Non dovrete cercarli col lumicino, perché risplendono già di luce propria.

Al Primavera Sound 2018 ci sarà anche tanto spazio per ballare. Più spazio che mai, in realtà, perché i palchi elettronici del Primavera Bits saranno adesso tre, per ospitare ancora più set di DJ e produttori in riva al mare. L’elenco dei beat è per tutti i gusti: dalla presentazione dei nuovi album di punti di riferimento come Jon Hopkins, James Holden & The Animal Spirits e Four Tet, all’incredibile spettacolo audiovisivo dei francesi The Blaze, dal funk dei Chromeo al footwork extraterrestre di Jlin, dalla scommessa analogica di Mount Kimbie alla pulsione techno della sudcoreana Peggy Gou. Dalla celebrazione del ballo senza confini di Hunee b2b Antal, Floating Points (che si esibirà sia live che in un DJ set di 6 ore), Dj Köze, Lindström e Dekmantel Soundsystem, alle affermate proposte da club di Black Madonna e Daphni, senza dimenticare le nuove emozioni come il lo-fi house di DJ Seinfeld, due delle incarnazioni dell’inafferrabile Brian Piñeyro (Dj Wey e Dj Python) o la destrezza ai piatti della DJ cilena Shanti Celeste. Euforia e sudore sulla pista da ballo. (La redazione)


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