Un lavoro che sinceramente spero di agguantare fisicamente prima o poi. Mi dicono che questo disco non sia un disco. Mi dicono che invece abbia le sembianze di una capsula farmaceutica con bugiardino annesso. Mi dicono poi che aprendo la capsula vien fuori una chiavetta USB da cui poter arrivare alle origini del suono dei Refilla.
Un disco liquido dunque. Un disco che viene inteso come medicinale. Contro cosa? A quanto pare, Alessandro Zanin e Stefano Negroni, guidati artisticamente da Andrea Ravasio e Pietro Foresti, dicono di voler sconfiggere l’omologazione in qualsiasi forma si presenti, e lo dicono a gran voce attraverso questo disco dal titolo Due. Perché due sono le facce della medaglia tra le quali esistono sfumature infinite, da contemplare e da rispettare.
Ed è proprio l’incontro con le sfumature a generare un suono e un mood che sinceramente duro fatica a raccontarvi. Perché se il disco si apre con il nuovo video – peraltro uscito da poco – dal titolo “Era meglio prima” dal sapore decisamente Rap, con quel pop elettronico dalle voci sintetiche e dagli incisi rilassati, basta poi un altro click per ritrovarsi nel rock italiano più didattico, quello main stream, quello di batterie digitali però.
E poi torna il rap che ho ascoltato mille volte, quel sentire urban di metropoli e ghetti di cemento fino all’inverosimile. E ancora? Per dirne altre ancora allora ascoltate Partire a settembre ed eccovi l’ennesima sfumatura da parte dei nostri: siamo nella melodia romantica, quella di spazi aperti, quella di quando hai dalla tua riflessioni intime e solo buone energie, quella di un futuro e di un volerci essere come si deve.
E l’ultimo inedito che chiude l’ascolto ha del blues perché forse era l’unico ingrediente che a ora, tra le facciate popolari internazionali, mancava dall’elenco. Probabilmente il piglio meglio riuscito di tutto l’ascolto, quello che dal rap-pop-main stream iper abusato dall’America ai grandi media italiani ha trovato un equilibrio davvero suo, con semplicità ed efficacia.
Un disco ambizioso che non cerca l’etichetta – anche se poi il sottoscritto ne ha fatto grande uso o abuso per provare ad orientarsi – un lavoro che ignora i percorsi battuti e prova a lasciarli da parte. Prova ma forse manca ancora di quel coraggio per abbandonarli del tutto. È stato forse un camminarli accanto: da una parte il binario di ferro dritto e sicuro e accanto i nostri, a piedi nudi tra le erbacce oltre la staccionata. Di sicuro la capsula medicinale dei Refilla non è aggressiva quanto vorrebbe, quindi non abbiate paura di abusarne. (Alessandro Riva)
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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 10 Aprile 2018