Conosciuto per essere il leader e la forza motrice dei Talking Heads e più tardi come il fondatore della riconosciuta e stimata etichetta discografica Luaka Bop, David Byrne ha anche lavorato come fotografo, regista, autore teatrale e artista solista; ha pubblicato e messo in scena spettacoli d’arte visiva per più di un decennio.
Tra i suoi lavori più recenti: Joan Of Arc: Into The Fire, un’esplorazione teatrale sulla famosa eroina che ha debuttato al Public Theatre a New York (2017); The Institute Presents: Neurosociety, una serie di stanze e ambienti interattivi, creati in collaborazione con PACE Arts + Technology, che affronta la tematica della percezione e parzialità umana (2016); Contemporary Color, un evento ispirato dalla tradizione folk americana della color guard, andato in scena al Barclays Center di Brooklyn, e poi anche all’Air Canada Centre di Toronto (2015); Here Lies Love, una produzione teatrale che comprende 22 canzoni sulla vita di Imelda Marcos, co-firmata con Fatboy Slim.
Lo spettacolo debuttò al Public Theater a New York (2013), per poi trasferirsi al National Theater di Londra registrando un sold out dietro l’altro (2014-2015). Lo spettacolo fu ri-allestito a anche al Repertori Theater di Seattle (2017); Love This Giant, un nuovo album di studio che ha portato David Byrne in tour in tutto il mondo con St. Vincent (2012); segue la pubblicazione di How Music Works, un libro sulla storia, l’esperienze e gli aspetti sociali della musica.
Musicista, ma anche compositore, fotografo, regista e autore pluripremiato, vincitore di un Oscar, di un Golden Globe, di un Grammy e di un David di Donatello. Inserito dal 2002 nella Rock and Roll Hall Of Fame, David Byrne, è da sempre un vulcano di idee che sfociano in un’iper-produttività caratterizzata da fusione, contaminazione, creatività e sperimentazione, con oltre quarantanni di carriera alle spalle, senza mai perdere l’aplomb, nemmeno per un attimo.
Il 9 marzo scorso è uscito American Utopia per Todomundo/Nonesuch Records, primo album solista dal 2004, realizzato con la collaborazione di Brian Eno e del produttore Rodaidh McDonald, e di artisti quali Daniel Lopatin, Jam City, Thomas Bartlett e Jack Peñate. American Utopia sarà accompagnato da un lungo tour mondiale che metterà in scena un concerto che lo stesso David Byrne ha definito “lo spettacolo più ambizioso che abbia mai fatto dai concerti che furono ripresi per Stop Making Sense”.
Dopo essersi esibito il 16 luglio al Teatro degli Arcimboldi di Milano, domani 20 luglio il musicista americano di origini scozzesi sarà protagonista a Umbria Jazz Festival di Perugia, mentre il 21 luglio concluderà il tour italiano in Piazza Unità d’Italia a Trieste. (La redazione)
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