Come suggerisce il titolo stesso Il mio ruolo, il brano parla della necessità, comune a ogni individuo, di trovare la propria dimensione in questo mondo, un ruolo appunto, in grado di corrispondere alla propria indole, alle proprie attitudini e ai propri desideri, una misura che ci faccia sentire in armonia con noi stessi e con la realtà circostante per diventare finalmente protagonisti della nostra esistenza e del nostro percorso, invece che passivi spettatori.
Eppure, nonostante gli infiniti sforzi e tentativi, questo “ruolo” sembra spingersi sempre altrove, come se ogni nostro traguardo non bastasse a colmare la nostra sete di vita, come se tutto ciò che accade ciò ricordasse istante dopo istante che siamo esseri limitati. Allora l’unica risposta a questa domanda, a quest’attesa di qualcosa che sembra non arrivare mai, è cambiare lo sguardo che abbiamo sul reale e su di noi, perché c’è sicuramente più soddisfazione e appagamento nel “darsi” e nel dare piuttosto che aspettare l’arrivo di qualcuno o qualcosa che possa colmare le nostre mancanze e plasmare i nostri sogni e bisogni.
Vetro (all’anagrafe Enrico Marcucci) torna a parlarci di quella parte dell’animo umano verso la quale ci resta difficile essere onesti e leali, quella parte che spesso ci fa paura affrontare ed accettare perché ci mette a nudo di fronte a noi stessi e agli altri, che ci costringe a prendere consapevolezza del fatto che a volte le cose vanno diversamente rispetto ai nostri progetti e alle nostre aspettative, eppure, se ciò accade c’è comunque una ragione, un senso che ci riguarda in prima persona e che può stupirci solo se siamo attenti e capaci di osservare le piccole cose quotidiane, i piccoli fatti del grande puzzle che è la nostra vita.
Vetro svolge questa ricerca partendo dalle mancanze più semplice e dalle domande più elementari (Cos’è la felicità? Troverò mai qualcosa che mi appaghi? Realizzerò mai i miei sogni?qual è il mio percorso? Che senso ha il dolore? ecc ecc…), dalla sua esperienza personale, un’esperienza che testimonia che a volte è meglio cedere piuttosto che rimanere ostinatamente in bilico, che bisogna essere sempre disposti a cambiare prospettive e abitudini e che più spesso sono i fatti negativi a esserci d’aiuto dal momento che ci mettono all’angolo, ci forzano a riflettere, a rielaborarli così da trovare loro un significato valido e saldo che sia da sostegno al nostro percorso.
Vetro è lontano dal pretendere di fornire risposte all’ascoltatore, non è un confessore, né un guru, né un educatore sociale, né tantomeno un padre spirituale ma piuttosto qualcuno che vuole poter condividere la sua esperienza e le sue esperienze con chi ha davanti, rilanciando all’altro la sfida, gli stessi interrogativi, le stesse domande e lo stesso vuoto che tutti, più o meno, abbiamo nel cuore, dal momento che la verità è qualcosa a cui chiunque può arrivare ma con modalità e percorsi che variano da individuo a individuo. [i]
Il video de Il mio ruolo è diretto dallo stesso Vetro con la collaborazione di Riccardo Mordenti, Domenica Arcangeli e Daniela Treggiari. (Lorenzo D’Antoni)
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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 18 Agosto 2018