Paolo Gerson presenta il suo nuovo lavoro, Le ultime dal suolo in alta fedeltà, un album dallo stampo sicuramente cantautorale, che però non si ferma al solito arrangiamento da cantautore e ricerca una visione pop rock che comprende suoni puliti, poco distorti, soffici a tratti e con una buona dose di energia e spensieratezza.
Le ultime dal suolo in alta fedeltà è di certo un easy listening, poco impegnato e che potrebbe essere un ottimo compagno di viaggio per lunghe passeggiate o gite fuori porta ma probabilmente, nulla di più. Il problema principale del disco è che scorre facilmente, troppo facilmente.
Le ultime dal suolo in alta fedeltà potrebbe essere un ottimo lavoro se non comprendesse arrangiamenti triti e ritriti e se avesse un’impostazione totalmente diversa a quella del disco, però, tutto sommato svolge il suo lavoro e non si preoccupa più di tanto di “piacere” o non “piacere”, di questo gliene diamo sicuramente atto.
Se ci passi con la testa risulta essere uno dei brani più interessanti che potrebbe far fare un salto di qualità al disco, per il resto, però, tutto ciò che sentiamo, possiamo definirlo come un buon rimescolamento di cose già sentite. Una sorta di rivisitazione di una scuola cantautorale che avremmo voluto dimenticare.
Detto ciò, siamo certi che Paolo Gerson abbia le migliori intenzioni e che la sua ispirazione sia sana e vera, ciò che invece possiamo sottolineare negativamente è che l’ispirazione non basta, che serve altro, che una buona cultura musicale e una sanissima voglia di sperimentare dovrebbero essere i due punti fondamentali per produrre un album.
Le ultime dal suolo in alta fedeltà è un disco che può far piacere, che può arrivare fino a un certo punto ma che non affonda il proprio colpo, non convince al cento per cento. E Si spera che questa critica possa essere semplicemente un motivo per far di meglio, perché siamo certi che Gerson abbia le carte in regola per poter fare di meglio, ma soprattutto per poter oltre passare i propri limiti nella concezione musicale stessa e nel suo modo d’intendere e comporre musica.
Un cantautore pieno di risorse che deve ancora trovare la propria vera chiave di volta e che potrebbe dare molto di più. (Renzo De Tomis)
PS: aggiungiamo alle best track anche Zero onde, probabilmente un brano da cui poter ripartire (davvero).
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