Billy Corgan ha aperto il festival musicale Sexto ‘Nplugged 2019 incantando circa 1500 persone in un concerto acustico diviso in due set. Il primo è stato dedicato al suo repertorio solista mentre il secondo ai brani degli Smashing Pumpkins. Quello che teme di essere un uomo del tutto ordinario, nell’affascinante piazza dell’Abbazia di Sesto al Reghena, si è dimostrato un one-man-show di altissimo live, coinvolgendo per due ore il pubblico raccontando aneddoti della sua vita, sia personale che professionale.
Billy Corgan è noto per essere una persona dal sangue piuttosto freddo, ma questo perché ci tiene alla propria riservatezza. Sul palco di Sexto ‘Nplugged invece si è visto un signore che ha accettato l’interazione con il suo pubblico, composto da quarantenni e quasi suoi coetanei cresciuti con la musica rock degli anni ’90.
Come detto in apertura, 24 brani in tutto equamente divisi nei due set. I primi 7 suonati per la prima volta live a Glasgow il 17 giugno scorso, due dei quali in duetto con Katie Cole, cantautrice australiana che ha aperto i concerti di Corgan e che aveva collaborato con gli S. P. in passato. Gli altri invece estratti dall’album solista Ogilala, pubblicato nel 2017.
Nel secondo set spazio alle più note canzoni degli Smashing Pumpkins, iniziando con Wound dall’album Machina/The Machines of God e trovando spazio anche per Violet Rays, da Oceania e Endless Summer da Mary Star of the Sea, album dell’esperienza molto meno fortunata con gli Zwan (riconosciuta anche dallo stesso Billy Corgan che ha ringraziato gli unici due spettatori che hanno acquistato il disco).
In mezzo ai fortunatissimi brani come Thirty-Three, davvero adatta a un set acustico e interpretata in maniera impeccable, Tonight Tonight e Disarm da pelle d’oca, 1979 che ha aumentato un po’ il ritmo, anche Wish you were here, cover dei Pink Floyd.
Struggente la versione unplugged di Shame, che ha reso l’atmosfera del complesso abbaziale di Sesto al Reghena ancora più drammatica. Chiusura con Today, forse il brano meno adatto per essere suonato con la spina staccata, ma al pubblico non è interessato particolarmente e ha cantato dall’inizio alla fine accompagnato da Corgan alla chitarra.
Un concerto trascorso in adorazione dell’idolo che ha caratterizzato gli anni ’90 musicali e forse non solo, come ha detto lo stesso Corgan, facendo riferimento alla perdita della propria verginità grazie agli Smashing Pumpkins.
Rispetto alle altre set list, è un peccato non aver ascoltato To Sheila, da Ava Adore, ma almeno personalmente i primi sette brani mi hanno fatto davvero un’ottima impressione.
Corgan proprio come in Mellon Collie and the Infinite Sandness, anche sul palco è capace di interpretare entrambe le sonorità della musica, quella più dura e arrabbiata e quella più malinconica e romantica. Tutt’altro che un uomo ordinario e senza dubbio, tutto quello che ha detto e fatto, non è per niente andato né morto. (Alessandro da Rin Betta)
La scaletta
Set 1
Hard Times
To Scatter One’s Own
Faithless Darling
Apologia (Poppies…Sleep)
Cri De Couer
Buffalo Boy (with Katie Cole)
Dancehall (with Katie Cole)
Aeronaut
Processional
Half-Life of an Autodidact
The Long Goodbye
Mandarynne
Set 2
Wound (The Smashing Pumpkins)
Thirty-Three (The Smashing Pumpkins)
Spaceboy (The Smashing Pumpkins)
Violet Rays (The Smashing Pumpkins)
Endless Summer (Zwan)
Wish You Were Here (Pink Floyd cover)
Tonight, Tonight (The Smashing Pumpkins)
1979 (The Smashing Pumpkins)
Shame (The Smashing Pumpkins)
Travels (The Smashing Pumpkins)
Disarm (The Smashing Pumpkins)
Bis
Today (The Smashing Pumpkins)
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