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Secondary Ticketing: la normativa non risolve il problema. Prolifera la vendita dei biglietti a prezzi maggiorati.

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Raddoppio dei tempi di attesa ai cancelli d’ingresso, lunghe code agli info point messi a disposizione del pubblico, numerose persone costrette a tornare a casa perché non in regola. Questi e molti altri i disagi subiti dal pubblico presente al concerto di Sting al Forum di Assago, lo scorso 29 ottobre, iniziato con un’ora di ritardo rispetto all’orario riportato sul biglietto.

Le stesse problematiche si sono ripresentate ancora domenica 10 novembre in occasione della terza data consecutiva di Marco Mengoni al Forum di Assago, l’unica a prevedere il biglietto nominale. Una diretta conseguenza dell’introduzione, dal primo luglio, del biglietto nominale obbligatorio per i concerti con affluenza superiore a 5000 persone, denunciata in più occasioni da Assomusica – l’Associazione di Organizzatori e Produttori Italiani di Spettacoli Musicali dal Vivo alla quale aderiscono oltre 120 imprese che realizzano l’80% dei concerti in Italia – da Live Nation, TicketOne e dalle principali associazioni di categoria.

Nel corso di una conferenza stampa presso il Senato della Repubblica, alla quale hanno partecipato il Presidente di Assomusica Vincenzo Spera, l’AD TicketOne Stefano Lionetti, il senatore Roberto Rampi e il ricercatore dell’Istituto SWG Rado Fonda, sono state illustrate tutte le contraddizioni di una nuova normativa, che, lontano dal risolvere il problema del Secondary Ticketing, continua a vedere anzi il proliferare di tale fenomeno.

«Tra le cause principali del fenomeno del Secondary Ticketing figura il fatto che in Italia, fino a qualche anno fa, non esisteva una legge che lo vietasse e che chiedesse l’oscuramento dei siti responsabili di tale fenomeno. Anche grazie all’attività di Assomusica è stato possibile realizzare una legge del genere (legge n. 232 dell’11 dicembre 2016), che tuttavia non è stata mai applicata. Da luglio è entrata in vigore una nuova normativa, che ha portato invece numerosi problemi non solo per le associazioni di categoria, ma soprattutto per il pubblico, italiano e straniero. Sono state svolte delle analisi che dimostrano chiaramente come l’attuale norma non funzioni, soprattutto in vista del fatto che non vengono applicate le sanzioni previste nei confronti dei veri responsabili del fenomeno del bagarinaggio online». (Vincenzo Spera)

Secondo infatti le ricerche realizzate da SWG relativa a 8 diversi eventi programmati tra l’ottobre 2019 e il luglio 2020, è stata registrata un’ampia disponibilità di biglietti su piattaforme di Secondary Ticketing, con prezzi fino a 11 volte superiori a quello nominale. L’indagine ha preso in considerazione 3 piattaforme (Ticketcity, StubHub e Viagogo), spesso ai primi posti dei motori di ricerca.

Per il concerto di STING (Forum di Assago 29/10/2019), i prezzi ufficiali di 63-144 euro raggiungono i 214-720 euro su StubHub. Per il concerto dei MODÀ (Forum di Assago 04/12/2019), sono disponibili su StubHub numerosi biglietti, con un prezzo variabile tra i 119 e i 358 eur. Per il concerto di COEZ (Forum di Assago 26/11/2019), si passa dai 37-52 euro dei prezzi ufficiali agli 80-110 euro di Viagogo. I bigletti per il concerto di ANTONELLO VENDITTI (Forum di Assago 30/11/2019), con costo pari a 30-79 euro, arrivano anche a 83-120 euro su StubHub e ai 60-95 euro di Viagogo. Per il concerto di LIAM GALLAGHER, (Palalottomatica – Roma 15/02/2020), si passa dai prezzi ufficiali di 46-57 euro, ai 95-134 euro di StubHub e ai 79-123 euro di Viagogo. Dai 41-66 euro dei biglietti per il concerto di TIZIANO FERRO (San Siro – Milano 05/06/2020) si arriva ai 79-113 euro di StubHub. Ci sono infine ULTIMO (Stadio Comunale di Bibbione 29/05/2020), che da 46-75 euro passano a 155-205 euro su StubHub e a 104-836 euro su Viagogo e RAMMSTEIN (Stadio Olimpico Grande Torino 13/07/2020), che da 77-126 euro vengono venduti a 191-347 euro su StubHub e a 179-217 euro su Viagogo.

Secondo la ricerca condotta da SWG, l’acquisto dei biglietti online dalle piattaforme di Secondary Ticketing è inoltre normalmente considerata dal pubblico un’operazione estremamente semplice, che richiede non più di 12 minuti, senza avere informazioni su quale sia la reale fonte che lo ha messo a disposizione.

«Ingenti costi e faticose operazioni di back office oltre ad una presenza massiccia sui luoghi degli eventi, per rispondere ai problemi e alle richieste di persone disorientate (frequentissimo il caso di chi acquista quattro biglietti tutti con lo stesso nominativo), tutto ciò mentre il fenomeno del bagarinaggio è ancora ampiamente presente online. Dopo 2 eventi con bligletto nominale su 130 già messi in vendita dal primo di luglio, dobbiamo prendere atto del fatto che la normativa è di difficile gestione mentre non incide minimamente sul fenomeno e che non c’è alcun tipo di vera e propria dissuasione nei confronti dei siti in questione. Da parte nostra, insieme ad Assomusica e altri operatori del settore abbiamo presentato un esposto ad Agcom, già nel marzo 2019, per chiedere misure repressive contro il fenomeno del Secondary Ticketing come previsto dalla Legge, tuttavia queste tardano ad essere applicate». (Stefano Lionetti)

«Quello che bisogna combattere è il macro fenomeno che non coincide con la decisione di uno spettatore di cambiare idea all’ultimo minuto o di regalare il proprio biglietto ad un amico o a un famigliare. Se l’introduzione del nominale all’interno di eventi sportivi è motivata dal fatto che si sono verificati purtroppo dei casi di violenza, la stessa situazione non vale per i concerti, che rappresentano anzi un momento di divertimento collettivo. Una soluzione possibile è quella di applicare e far funzionare la norma che già c’è e di cancellare, invece, la norma che è stata introdotta dall’1 luglio». (Roberto Rampi)

Gli esempi riportati dimostrano come le misure previste dalla norma, invece di perseguire l’attività criminosa di quei soggetti e delle imprese che sono causa del fenomeno del Secondary Ticketing, finiscano per colpire fortemente i consumatori e gli organizzatori di spettacoli dal vivo, comportando ricadute negative sull’intero settore.

«Auspichiamo che entro fine anno possa essere mantenuto l’impegno a rivedere la norma espresso dal Ministro Bonisoli in Parlamento, lo scorso 24 luglio. Se lo Stato non ha la capacità di affrontare i siti in questione, chiediamo che venga almeno stabilito un tetto percentuale massimo per la rivendita, come già avviene, ad esempio, in paesi come la Germania, dove è stato stabilito il 20% massimo rispetto al prezzo di vendita». (Vincenzo Spera)

Insomma: Assomusica denuncia i numerosi disagi per il pubblico, con code estenuanti ai cancelli e rincari del prezzo del biglietto mentre il fenomeno del bagarinaggio online è lontano dall’essere risolto. (La redazione)


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