I Dade City Days con la loro nuova veste dreampop ritornano in auge dopo anni di silenzio con un album intitolato Free Drink. Un ottimo ritorno segnato da una svolta di sound che potrebbe sembrare quasi una strizzata d’occhio a un mondo quasi estraneo alla loro vecchia tradizione stilistica ma che invece inventa un nuovo modo di fare, di dire e pensare della band niente male.
Nuovi vestiti, stesse abitudini. Infatti seppur il sound sia cambiato quasi drasticamente lo stampo della band resta invariato e la qualità non viene scalfita più di tanto. Anticipato da diversi singoli estratti che preannunciavano già il cambio di rotta, i Dade City Days non si dilungano in inutili discorsi, restano diretti, parlano d’amore ma senza farsi odiare, parlano di tanto, tantissimo alcool e lasciano spazio ai sentimenti, come gli ultimi romantici di uno shoegaze addolcito, smussato e privo di quella verve quasi adolescenziale e dark.
Nel complesso l’album non è per niente male, potrebbe far storcere il naso a molti vecchi fan ma potrebbe pure accattivare il consenso di tanti altri discepoli. Il nostro consiglio è quello di ascoltarlo dall’inizio alla fine senza intoppi e senza paure o preconcetti. Una bella prova per la band bolognese che si conferma una realtà italiana tutta da scoprire e purtroppo poco valorizzata dalla massa “indie”. (Domenico Capitani)
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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 21 Novembre 2019