Il 25 novembre scorso si è celebrata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ed è di donne che parla questo articolo. Donne che prestano la propria creatività e la propria voce ad altre donne che, per un motivo o per l’altro, non hanno la forza sufficiente o i mezzi per farsi sentire (o meglio, ascoltare).
Nel 2015, in quel di Modena, cinque ragazze si incontrano e, accomunate dalla passione per la musica, fondano una rock band: nascono le Pandorea. Coltivando il sogno di seguire le orme delle più grandi interpreti della musica contemporanea, il gruppo inizia a mettere in cantiere brani propri, senza troppa premeditazione. L’obiettivo è quello di sperimentare, dopotutto si tratta del loro primissimo approccio alla composizione. Ma a un tratto, si accorgono di un dettaglio al quale mai prima avevano prestato attenzione: tutte le tracce hanno nome di donna.
Nel novembre 2018 vede la luce l’EP d’esordio, non a caso intitolato XX: un chiaro riferimento all’essenza stessa della donna, a quella primordiale combinazione cromosomica che sta alla base della differenza di genere. XX racconta la condizione della donna nella società attuale, approfondendone di traccia in traccia una differente sfumatura. Sei brani, sei diversi aspetti di quel complesso mondo di emozioni e situazioni che ogni donna può trovarsi a dover affrontare: ci sono il senso di inadeguatezza, l’emarginazione, la sofferenza amorosa, il desiderio di ribellione, la fragilità interiore legata a chi si è perso…e c’è la violenza.
Hydra è un brano crudo, tagliente, cupo, inquietante: il vibrato della voce e i suoni pesantemente distorti vogliono rappresentare un incubo vissuto a occhi aperti, una prigione fatta di sbarre invisibili che si fa via via più angusta, un male che non potendo farsi strada per uscire dal corpo e dalla mente li dilania da dentro. Hydra è un’analisi in musica di ciò che prova una donna ferita, psicologicamente e fisicamente, umiliata, disprezzata, abusata da chi invece dovrebbe amarla.
Perché si intitola così?
Perché come la creatura mitologica a più teste, la violenza ha tanti volti, assume molteplici sembianze, ed è questo che la rende così difficile da riconoscere e da combattere. Hydra è una denuncia contro chi si macchia le mani e l’anima del sangue e della sofferenza di chi non ha modo di difendersi combattendo ad armi pari. Ma è anche uno spiraglio di speranza per chiunque sia vittima di soprusi e prevaricazioni: non lasciate mai che qualcuno vi dica chi o cosa siete, cosa dovete fare e come, quanto valete o non valete.
Abbiate stima e cura di voi stesse, non permettete a nessuno di pensare e parlare per voi. Siate consapevoli della vostra ricchezza interiore, delle vostre qualità e capacità, siate gelose custodi della vostra indipendenza. E soprattutto, non crediate mai di essere sole: se qualcuno tenta di annullarvi, non soffrite in silenzio, ma gridate al mondo ciò che vi opprime. Se non siete in grado di farlo da sole, qui c’è qualcuno che può e vuole aiutarvi. (La redazione)
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