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Dr Rubberfunk – My Life at 45, 2020 | Recensione

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Non sarà un vero medico, ma il produttore, musicista e DJ londinese Dr Rubberfunk opera con precisione chirurgica sul suo nuovo album My Life at 45, uscito il 14 febbraio scorso su Jalapeno Records.

Dimostrando di non soffrire di crisi di mezza età, nel 2018 il buon dottore aveva dato inizio alla serie My Life at 45 con la parte 1 di quelle che sarebbero diventate 4 uscite su vinile 45 giri. I singoli di quelle release, con l’aggiunta di una manciata di inediti, compongono l’album omonimo, nel quale Dr Rubberfunk ci prescrive una sana e variegata dieta a base di funk, soul-jazz, rhythm n blues, breaks e grooves.

Come sempre sono presenti diversi ospiti illustri ad aiutare nell’intervento; per quanto riguarda le corde vocali troviamo la portentosa cantante Izo Fitzroy su un paio di brani, o John Turrell della band Smoove & Turrell sull’esplosiva Boom! Il sassofonista jazz Ben Castle invece dona nuovo respiro alla strumentale dal sapore hip hop anni 90 Canvas Cathedral, mentre a somministrare la giusta dose di groove in Slim’s Mood troviamo il chitarrista & tastierista vincitore di Emmy Jim Oliver. Di suo il buon Dr Rubberfunk appare alla batteria, il basso, la chitarra, l’organo, la tastiera e persino il campanaccio, oltre ad essere la mano ferma dietro le composizioni e le produzioni.

Se le vostre orecchie sono sensibili, con My Life at 45 il Dr Rubberfunk vi darà la cura. (Adaja Inira)

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