Cantante lirica, scrittrice e interprete, Paola Massoni pubblica "Alkemèlia".
La parola d’ordine per un ascolto così impegnativo è contaminazione. Per quanto sia un concetto da custodire con attenzione, la contaminazione per Paola Massoni significa lasciare le sue derive classiche e troppo spesso ancorate a dettami rigidi per avventurarsi in un altrove in cui è possibile contemplare l’uso dell’elettronica o una forma canzone che vuole prevedere strofa e ritornello, quasi fossimo in un disco di pop d’autore.
Cantante lirica, scrittrice e interprete, Paola Massoni pubblica Alkemèlia. Brani presentati per la prima volta in teatro nella Trilogia di Mèlia, testo questo che ha trovato una pubblicazione dal titolo I misteriosi mondi di Mèlia edito da Ibiskos Edizioni.
Tornando al disco che si presenta curato nei suoi tanti finimenti estetici, come d’altronde è caratteristica ordinaria della sua etichetta discografica Radici Music che, nello specifico, ne pubblica anche un’edizione limitata in carta metallizzata.
Alkemèlia si compone di 19 brani inediti in cui spicca per curiosità e fascino Limbo, unica composizione strumentale che ci rimanda l’incanto fiabesco che la Massoni sempre culla lungo tutto l’ascolto nel suo modo di cantare.
Cito Limbo anche per la sua eclettica libertà compositiva che spazia quasi con un incespicare progressivo che, per quanto ricco di evidenti riferimenti favolistici, ha sempre un certo appeal con i miei cari anni ’70. E questa libertà arriva anche durante l’ascolto di Lamentomi et sospiro, altra composizione assai particolare in cui le liriche sono di Iacopone da Todi tratto dal Laudario Magliabechiano; ed è interessante e ammirevole il vocalizzo che ci porta in una Turchia ancestrale e che subito ci anticipa quel barocco italiano che assieme alla dinamica degli archi diviene ricco di magia profetica.
Alkemèlia è un disco importante, per niente attento alle mode anche se strizza fortemente l’occhio a linguaggi più abitudinari. Radici Music in fondo ha sempre sottolineato la produzione volutamente attenta ai contenuti e assai poco aderente alle mode. E con Paola Massoni pone un ennesimo tassello verso quel ritorno alla musica come cultura prima ancora che come bellezza estetica. (Alessandro Riva)
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