“I ragazzi di Cota Street” di Melissa Anne Peterson, l’opera d’esordio della giovane scrittrice statunitense

Le vicende raccontate nel volume si dipanano tra lo Stato di Washington - in una comunità di tagliaboschi decadente, nella quale la protagonista, Vera Violet, cresce, in una famiglia economicamente disastrata e disgregata, tra sogni infranti, violenze, scontri tra bande e fiumi di eroina e anfetamine - e lo Stato del Missouri - a Saint Louis, dove Vera fugge dopo l'arresto del suo amore e finisce per lavorare in una scuola elementare di una periferia degradata il cui campo da basket è teatro di prostituzione e fatti di cronaca nera.

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I ragazzi di Cota Street (Jimenez Edizioni) è l’opera d’esordio della giovane statunitense Melissa Anne Peterson, romanzo ambientato nell’America degli sconfitti e dei dimenticati.

Le vicende raccontate nel volume si dipanano tra lo Stato di Washington – in una comunità di tagliaboschi decadente, nella quale la protagonista, Vera Violet, cresce, in una famiglia economicamente disastrata e disgregata, tra sogni infranti, violenze, scontri tra bande e fiumi di eroina e anfetamine – e lo Stato del Missouri – a Saint Louis, dove Vera fugge dopo l’arresto del suo amore e finisce per lavorare in una scuola elementare di una periferia degradata il cui campo da basket è teatro di prostituzione e fatti di cronaca nera. 

Proprio a Saint Louis – con una scrittura fatta di periodi brevi, emotiva ma cruda e precisa – la protagonista elabora il lutto del degrado e della povertà alla quale è stata consegnata fin da bambina, raccontando dall’esilio la storia del suo amore e quello della sua famiglia, accompagnando il lettore tra quei ragazzi di Cota Street che raramente trovano voci disposte a raccontarli, “oltre i Crab Apple Apartments dove l’eroina scorre a fiumi, giù ai binari della ferrovia a guardare i morti che camminano. Vi accompagno da dove vengo io. Vi faccio vedere le case che bruciano senza sosta, la condensa sui finestrini delle roulotte. Vi faccio vedere le cose che ho visto io”. (La redazione)


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