Vinicio Capossela rinnova la tradizione del Natale al Fuori Orario con un concerto virtuale disponibile on demand al 25 dicembre al 6 gennaio 2021.
Anche in questo 2020, Vinicio Capossela ha deciso di tenere viva la tradizione del Natale al Fuori Orario, il mitico locale a Taneto di Gattatico (RE) con il vagone dentro e il treno fuori, e di esibirsi in un concerto “virtuale” al tempo del coprifocolare, visibile on demand dal 25 dicembre al 6 gennaio: una performance unica per vivere l’intimità nella distanza.
«Per dirla con Marx, in questi giorni uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro dello spirito delle Feste. Temutissimo nell’epoca in cui per manifestare il proprio amore per qualcuno la prova più grande è stargli lontano. Lo spirito delle Feste è per natura comunitario. Spinge a cose proibite come gli abbracci, la vicinanza, la compagnia. Compagno viene da cum panis, dividersi il pane, attività massimamente virulenta.
Da qualche mese ci siamo abituati a una parola riservata ad esperienze belliche o di regime totalitario: coprifuoco. Per quanto la parola evochi immediatamente il suono delle sirene antiaeree, ha in realtà una origine molto più domestica. Il fuoco da coprire infatti era quello di casa, il fuoco del focolare. Coprirlo in un certo senso è anche custodirlo, fare in modo che non segnali la nostra presenza, ma allo stesso tempo tenerne vivo il calore, per mantenerci in vita.
Da vent’anni il nostro modo di celebrare lo spirito delle Feste è stato quello di organizzare concerti in un locale nella pianura, affacciato alla ferrovia. Il suo nome, Fuori Orario, in quelle occasioni sembrava quasi alludere a un tempo fuori dal tempo. Un tempo a parte, il tempo della festa, che apre una specie di crepa nel compatto tempo dell’utile, del consumo e della produzione. Ogni Festa ha un elemento rituale, la ritualità è garantita dalla ripetizione. Questa ritualità ha creato una specie di tradizione, che come ogni altra in questa fase del nostro vivere associato dovrà subire una trasformazione.
La coda dell’anno è da sempre il tempo del passaggio, le dodici notti tra Natale e Epifania, un non tempo in cui la rigida separazione tra mondo Reale e mondo della Verità, come lo chiamavano un tempo, si allenta. Al mondo della Verità, si accedeva spesso in una condizione estatica, in cui l’esperienza avveniva non nel corpo, ma nello spirito. Si partecipava a raduni sabbatici, ci si spogliava della natura umana, si combatteva in estasi per assicurare la fertilità della terra, come nel bellissimo studio di Carlo Ginzbourg sui Benandanti friulani. L’esperienza, pure intensissima, avveniva mentre il corpo restava fermo tra le mura domestiche, in posizione di riposo. Lo spirito letteralmente volava altrove, come in una caccia selvaggia tra i cieli delle 12 notti che culminano con l’Epifania, che significa apparizione, passaggio. Tutte le ritualità del fine anno hanno a che vedere con la resurrezione della luce, dopo l’apogeo del solstizio d’inverno. Il nostro concerto ai tempi del coprifocolare vorrebbe essere un po’ un rito propiziatorio per tornare alla Luce. Lo realizzeremo a mezzo dell’estasi tecnologica garantita dalla rete, questo pneuma che corre tra gli schermi a cui stiamo delegando la vita, con l’auspicio di ritrovarci presto e anche con la determinazione di non spegnere il fuoco domestico, ma anzi custodirlo. Il fuoco da sempre è amico del racconto, anche ai tempi del coprifocolare. Dal 25 dicembre al 6 Gennaio lo custodiremo con un concerto che, come nel celebre canto di Dickens, renderà visibili gli spettri delle Feste passate, di quella presente, e magari anche un po’ quello dei Natali futuri». Vinicio Capossela
Un canto di Natale al quale parteciperanno i fantasmi dei natali passati, i presenti e i futuri. Un concertato di esecuzioni, apparizioni, visioni e proiezioni in un luogo che ci ha fatto riunire in festa fin dal 1999. (La redazione)
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