Abbiamo intervistato Gennaro Ferraro in occasione dell’uscita del suo EP d’esordio «It’s Right».
Abbiamo intervistato Gennaro Ferraro in occasione dell’uscita del suo EP d’esordio It’s Right. Il risultato della nostra chiacchierata è tutta per voi! Buona lettura. (La redazione)
Intervista a Gennaro Ferraro di Lorenzo D’Antoni
Ciao! Rompiamo il ghiaccio subito… Come è cominciata la tua avventura musicale nel jazz? Perché hai scelto il jazz ed in particolare la tromba?
Ho cominciato a suonare la tromba per caso, avevo dieci anni e frequentavo una scuola cristiana che aveva la banda musicale. Allora già suonavo il pianoforte da pochissimo tempo, ma appena vidi la tromba durante le prove che si stavano svolgendo, me ne innamorai immediatamente. Per quanto riguarda il jazz non sono stato io a sceglierlo, forse è avvenuto il contrario. Come ho già raccontato, il primo brando che ho ascoltato di jazz era una versione di “Milestones” di Chet Baker. Fui molto colpito dal linguaggio, da quel modo di suonare su quel ritmo e stile insolito per me. Istintivamente mi ha fatto viaggiare con la mente e quindi l’ho associato alla libertà.
Perché il tuo primo Ep ha questo nome?
Questo mio primo disco si chiama “It’s Right” perché ho capito che era giunto il momento giusto per incidere qualcosa di mio.
Come hai selezionato i singoli da inserire nel tuo primo lavoro discografico?
Ogni brano fa parte di un momento importante della mia vita, da “Milestones”, come citato prima, fino a “SkyDive” il quale è uno dei brani che mi ha molto influenzato, soprattutto ultimamente. Inoltre ci sono anche due mie composizioni dedicate alla mia compagna.
Da cosa trai ispirazione per scrivere musica?
Questa domanda non è molto facile, si può trarre ispirazione praticamente da tutto. non occorre la delusione più grande della tua vita o perdersi nella profondità dell’abisso, nella vita personale può essere molto significante anche un piccolo gesto quotidiano. Nel bene e nel male, sono una persona abbastanza influenzabile e riesco ad avere una connessione con la musica molto forte, più che a parole, riesco a tradurre le mie emozioni suonando e questo è straordinario.
Dirigi una scuola di musica, nonostante la tua giovane età hai già avuto collaborazioni ed esperienza importanti, ma cosa cerca di diventare il jazzista Gennaro Ferraro?
Sì, dirigo “Bflat” insieme alla mia compagna Daniela De Mattia, affiancati da un team si insegnanti. Riesco e mi affascina insegnare la musica e la tromba dalle impostazioni iniziali agli approfondimenti mirati per le persone che si trovano ad un livello più avanzato, contemporaneamente mi ritrovo sia in Big Band che orchestre ritmo sinfoniche, oltre a cercare di portare avanti progetti inediti miei e collaborazioni con altri artisti. La musica mi piace viverla a 360gradi. Ogni cosa è un arricchimento per fare altro. Io semplicemente vorrei tanto dare un mio contributo alla musica, per me, per i miei allievi, magari un giorno per i miei figli e mi impegno affinché questo accada. Anche l’impatto mediatico è importante, ma più di tutto vorrei che mi si riconoscesse quando qualcuno mi ascolta.
Progetti per il futuro?
Beh, ho diversi progetti in cantiere, tra cui uno in particolare vorrei cominciare a strutturarlo a brave ma per scaramanzia non anticipo nulla. Più che altro, spero che si risolva la gestione di questa pandemia per potermi esibire e portare in giro “It’s Right”.
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