«The SoulJazz Experience Vol.1», il primo disco da solista del tedesco York.

Nu jazz, latin jazz, Brazil groove, exotica, easy listening, lounge, fusion, funk e soul sono gli ingredienti di questo fresco a saporito cocktail dal retrogusto estivo. 

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Una dichiarazione d’intenti sin dal titolo, The SoulJazz Experience Vol.1, l’album di debutto solista del polistrumentista tedesco York è composto da 12 tracce che travolgono l’ascoltatore in un’esperienza immersiva nel soul-jazz in tutte le sue sfumature.

Nu jazz, latin jazz, Brazil groove, exotica, easy listening, lounge, fusion, funk e soul sono gli ingredienti di questo fresco a saporito cocktail dal retrogusto estivo. 

D’altronde York, sebbene al primo disco a suo nome, è un veterano della scena, con una lunga carriera come flautista e sassofonista in studio e dal vivo per nomi importanti come Phil Collins. Ci voleva la pandemia, con lo stop forzato delle abituali attività, a farlo chiudere in studio, e scrivere, produrre e arrangiare praticamente da solo le tracce che sono ora raccolte nell’album.

Per l’occasione però, York si fa affiancare da tre ospiti al microfono. Troviamo l’inglese di origini Indiane Yane Singh a fornire le vocalizzazioni senza parole dello speziatissimo primo singolo With A Bit Kurkuma.

La cantante tedesca Pat Appleton (di DePhazz) presta invece le corde vocali a Flamingo Girl, un caldo groove latin jazz, e Too Much Tension, un jazz-swing di ispirazione anni 60. Mentre da Lisbona arriva Guida de Palma a graziare altri 2 brani, The Days in Brazil, con evidente ispirazione carioca, e il brano E Nobi Du, col suo groove sciolto e rilassato. 

Ma su The SoulJazz Experience Vol.1 troviamo anche una scoppiettante cover di I Can’t Get No Satisfaction dei Rolling Stones, un tributo ai sassofonisti jazz Charlie Parker e Paul Desmond in CP & PD e momenti più languidi come in Waltz With Me, il tutto spesso condito da scratch e campioni.

Una prova riuscita insomma per il primo disco di York a suo nome, di cui speriamo vivamente ne seguano altri, magari anche senza bisogno di un’altra emergenza sanitaria mondiale. (Adaja Inira)


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