Con i suoi oltre 120.000 artisti partecipanti dalla prima edizione a oggi, il Tour Music Fest si conferma un unicum della scena italiana e non solo.
Un caleidoscopio di colori, musica, tendenze, generi, età, orizzonti musicali: dal cantautorato intimo e lirico al pop, dalla techno alla trap, dall’arcobaleno al monocromo. Nelle sue 4 ore di spettacolo, la finalissima del Tour Music Fest 2021, all’Auditorium del Massimo di Roma, è riuscita a parlare a tutti e a concentrare a tante cose: la voglia di tornare live dopo mesi di assenza dai palchi, ma anche gli slanci introspettivi uniti a quelli esplosivi, passando dalla produzione analogica a quella digitale, il canto a squarciagola che incontra voci intensamente timide e molto altro.
Senza una pausa d’attenzione, nella sua serata finale, il Tour Music Fest ha rappresentato la musica a 360°, ma non solo, ha dimostrati anche la capacità della musica stessa di farsi interpretare di mondi diversi per un evento live senza limiti di genere, tutti insieme rappresentati su un unico palco, quello del grande festival europeo della musica emergente.
Una finestra aperta sullo scenario italiano musicale dell’ultimo anno e mezzo, su quei giovani che hanno suonato, provato, creato e prodotto musica durante la pandemia, sfruttando mezzi digitali e di condivisione prima meno utilizzati e che ora hanno la voglia di mostrare a tutti, di nuovo live.
La finalissima del 14 novembre all’Auditorium del Massimo di Roma ha decretato i seguenti vincitori: Artist of the year, Martina Giovannini di Roma; Rapper, Denny Loe di Torino; Junior + Additional prize Berklee, Mimì di Usmate Velate, Monza (Blues); Cantautori, Doralia di Porto Sant’Elpidio, Fermo (Pop); Interpreti, Martina Giovannini di Roma; Band, 4ther Muckers di Milano; Baby Singer, Dalila di Ascoli Piceno (Musical); DJ, Stefano Venditti di Cerveteri (House); DJ Producer, Sino di Trento (Elettronica); Autore, Massimiliano Calzati; Pianista, Gabriele Braga di Nichelino, Torino (New Classic); Chitarrista, Nicolò Sasso; Batterista, Owen di Vibo Valentia (Jungle).
A giudicare i finalisti, come sempre è stata una giuria d’eccellenza italiana e internazionale, presieduta da Mogol e composta da Kara DioGuardi (cantautrice americana,ex giudice di American idol e autrice di Pink, Demi Lovato e Laura Pausini), Massimo Varini e Dj David Morales (che in streaming comunicherà i vincitori della categoria DJ). Tantissimi i premi in palio, tra cui una borsa di studio per un corso di formazione al C.E.T. di Mogol (Centro Europeo di Toscolano) per il Premio Mogol, un badget di 10.000 euro per l’organizzazione di un tour, la produzione di un singolo con post produzione agli Abbey Road studio di Londra offerta da Riunite, strumenti musicali offerti da Algam Eko, e sette giorni ad Ibiza per suonare in uno dei locali dell’Isola, ma anche borse di studio per i corsi di Berklee College of Music e premi produzione con l’etichetta discografica Noise Symphony.
Il Tour Music Fest – The European Music Contest allo stato attuale il più grande d’Europa dedicato alla musica emergente in ogni sua forma, genere e anima, e quest’anno ha coinvolto 17.400 entità artistiche.
Con i suoi oltre 120.000 artisti partecipanti dalla prima edizione a oggi, il Tour Music Fest si conferma un unicum della scena italiana e non solo.
Il Tour Music Fest, però, non è solo una storia di musica, ma anche una storia di imprenditoria italiana che, se oggi può vantare numeri d’eccezione, nasce nel 2006 da un giovane ragazzo di Foggia, Gianluca Musso che, da Roma, dopo una lunga esperienza in materia di concorsi e contest su scala nazionale, ha deciso di andare a ragionare su tutte quelle mancanze e quei desideri ai quali i suoi amici e giovani colleghi non trovavano risposta nel contemporaneo scenario italiano. È nato così, tra il 2006 e il 2007, il Tour Music Fest e oggi nel 2021, a 15 anni di distanza, i numeri che può vantare parlano della formula riuscita di un’imprenditoria che esce fuori dalle tradizionali linee tracciate, per dare vita a qualcosa di nettamente originale.
“Circa un anno fa, mentre ci apprestavamo a un nuovo lockdown, mi sono ritrovato in una situazione davvero difficile – commenta l’ideatore e project manager del TMF, Gianluca Musso. “Urgeva programmare il nuovo anno del Tour Music Fest dopo un 2020 di stop che a cascata aveva portato tantissime problematiche. Con il mio team decidemmo di provarci. Abbiamo lavorato giorno e notte per creare un nuovo Tour Music Fest, che non fosse un ripiego per superare l’epoca pandemica, ma un nuovo format che fosse ancora più a forma di artista e per l’artista. Ed è così che è nato il paradosso. Nell’anno in cui avremmo dovuto prendere le distanze dagli artisti, siamo riusciti a fare esattamente il contrario, ossia siamo riusciti ad essere più vicini. Quest’anno mi ha insegnato che non c’è limite al miglioramento e che questo accade soprattutto quando abbiamo il coraggio e l’umiltà di cambiare, di evolverci, di crescere, di sperimentare. Grazie a questo il 14 novembre la musica emergente italiana tornerà alla ribalta con giovani artisti di qualità che avranno una grande occasione e dopo quasi 2 anni di assenza e per noi è questo il grande successo“.
Un giovane Ermal Meta, un esordiente Mahmood, Renzo Rubino e una giovanissima Sherol Dos Santos, e ancora Chiara Dello Iacovo, Micaela Foti, Jacopo Ratini, Federica Abbate, Loredana Errore, Renza Castelli e molti altri: nei suoi 15 anni di vita, il palco del Tour Music Fest – The European Music Contest ha ospitato tanti degli aspiranti artisti che si sono poi affermati sulla scena italiana e non solo.
Un caleidoscopio di maestranze e tendenze che, negli anni, ha saputo individuare le nuove sfumature della musica, evolvendosi con esse, creando un contesto musicale dove ogni anno trova spazio la musica del futuro. (La redazione)
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