Gerardo Balestrieri con «Rue de la Paix», il decimo album della sua carriera

Scritto, arrangiato, suonato e cantato da Gerardo Balestrieri, «Rue de la Paix» vede la preziosa partecipazione dei musicisti Claudio Marino, Giorgio Boffa, Peppe Giaquinto, Fabrice You e Maria Paola Scirpo.

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Gerardo Balestrieri – cantautore apolide, polistrumentista e interprete – si districa con innata abilità con le parole, giocando con le assonanze, le rime, la metrica e il fraseggio, senza perdere mai di vista il ritmo e la danza.

Classe ’71, nasce a Remscheid in Germania l’11 giugno. Attualmente vive a Venezia dove ha trovato la maturità artistica, la pace interiore e dove è nato, appunto, il suo ultimo, decimo album dal titolo Rue de la Paix, prodotto da Interbeat e uscito il 23 luglio 2021 in formato liquido e l’autunno seguente nel formato fisico.

Rue de la Paix si può considerare essenziale se confrontato ai precedenti, per numero di strumenti impiegati e musicisti coinvolti. Il suono è omogeneo e lo stile inconfondibile che lo rende unico. Le canzoni sono state scritte quasi tutte durante la pandemia e nel periodo senza concerti e lontano dalla ribalta, con un’attenzione particolare alla sostanza oltre alla forma.

Dodici canzoni più un brano strumentale: Il valzer delle lampadine. Si parte con Giuannin storia di un “ramoneur”, di uno spazzacamino della Val Vigezzo emigrato in Francia nel XVIII secolo. Si prosegue con L’arazzo di Arezzo canzone che rende omaggio alla macchietta napoletana, alla scrittura di Pisano e Cioffi e alle interpretazioni di Nino Taranto.

La terza traccia è un omaggio al poeta surrealista Louis Aragon e a Léo Férré: L’étrangère – afferma Balestrieri – «brano che mi ha scaldato il cuore al primo ascolto». Si continua con La canzone delle ossa, una storia di contrabbando quando – si legge nel comunicato stampa che presenta il disco – in Unione Sovietica, verso la metà del ‘900, certa musica era vietata e i dischi venivano incisi di notte e di nascosto sulle pellicole dei raggi X usati, sui quali si vedevano i crani, le costole del petto, le ossa di altre parti dello scheletro.

La quinta traccia è il secondo omaggio contenuto nel disco: Cu ti lu dissi di Rosa Balistreri in una inedita versione elettrica: da Balistreri a Balestrieri.

Si continua con la scrittura originale: Vento e blu in piazza San Marco una canzone pittorica che cerca di mettere in musica e parole la sospensione, l’assenza, il vuoto in questi mesi veneziani deserti.

C’è poi I gemelli, il segno zodiacale di Balestrieri, un brano scritto per la sua compagna Guia e uno per il loro figlio Mariùs. Si resta in ambito intimo familiare con Il tango del carciofo e la ghost track Turi Turi canzone dall’animo siculo sempre dedicata. E infine Canzone crittografica, un gioco enigmistico di doppisensi.

Gerardo Balestrieri ha tenuto concerti in tutta Europa e un tour in California. Ha collaborato con Daniele Sepe, Bebo Storti, Moshem Namjoo (il più importante cantautore iraniano) e con il famoso trasformista Arturo Brachetti per cui ha scritto ed eseguito dal vivo le musiche di uno dei suoi spettacoli.

Scritto, arrangiato, suonato e cantato da Gerardo Balestrieri, Rue de la Paix vede la preziosa partecipazione di Claudio Marino (batteria), Giorgio Boffa (contrabbasso), Peppe Giaquinto (chitarre), Fabrice You (violino) e Maria Paola Scirpo (cori). (La redazione)


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