Un disco per tutti quelli che sono alla ricerca di qualcosa di diverso dal solito pop italiano
Luca Ploia è l’ennesimo cantautore “sputato” alla velocità della luce sul mercato discografico, questo però, non deve farci demordere dall’ascoltare sempre roba nuova poiché talvolta ciò che arriva alle nostre orecchie potrebbe, come in questo caso, essere una gradita sorpresa.
Il nuovo disco di Ploia si rivela, già dal titolo Nato nel Medioevo, come un pugno in faccia in una domenica mattina svogliata che tarda a cominciare. Si parte da La felicità è una questione di spazio, brano dalla doppia anima e con un ritornello martellante che rimane in testa per ore e ore, fino al pezzo più orchestrale dell’album, Storie di tutti i giorni, a dimostrazione dell’eterogeneità compositiva di Luca Ploia che affonda le sue radici nella storia pop e cantautorale italiana.
Nato nel Medioevo è infatti un pieno di personalità e con un sound in qualche modo disomogenei capace tuttavia di ammaliare qualsiasi ascoltatore facendolo, in qualche modo, sentire a casa, coccolato, voluto bene; è il caso per esempio di Il mio grido per te, che esprime a pieno tale concetto.
Nato nel Medioevo del bresciano Luca Ploia è un disco che non si lascia affatto disturbare dal cantautorato contemporaneo ma che al contrario strizza l’occhio al passato pur tuttavia mantenendo un’aria di freschezza.
Un lavoro che potremmo definire “vintage”, che incuriosisce e rafforza l’idea che in fondo la musica di qualità non passa mai di moda e non sente il peso del tempo.
Nato nel medioevo è insomma un ottimo disco, da ascoltare se siete alla ricerca di qualcosa di diverso da ciò che oggi vi offre il panorama pop italiano. (Lorenzo D’Antoni)
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