«Ricordami» è il primo album dei Blu 21

L'album d'esordio del duo elettropop formato da Paolo Bottini e Sergio Guida

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Troppo spesso l’elettronica oggi, che di primo acchito dovrebbe far pensare a messaggi di innovazione, di nuove frontiere e tanto altro di simile, si attesta invece su stilemi “antichi”, passati.

I corsi e i ricorsi storici anche in tal senso hanno ragione di esistere ed ecco quindi che sono numerosissimi i dischi che sfoggiano soluzioni digitali che, per chi come me è della “vecchia guardia”, certamente smuove nostalgie di dischi che hanno fatto la storia quasi 20 o anche 30 anni fa. Quegli ostinati robotici che molto rimandano alle pitture di Jean Michel Jarre, ai sapori sospesi di Vangelis o alle più pop reminiscenze di programmi televisivi sui viaggi e i documentari.

Ecco dunque che ritroviamo tutto questo (e altro ancora ovviamente) dentro il primo disco dei Blu 21, dal titolo Ricordami. Parliamo del duo formato da Paolo Bottini e Sergio Guida che sfoggiano 8 inediti che attestano la loro dialettica estetica, di suono e di forma, proprio su questo piano sin dalla prima Parlami di te.

Gli ostinati, gli shift spaziali, i soundscapes e questi drumming riverberati molto anni ’90 appunto. E poi subito il disco ci regala una intro di pianoforte in Mercoledì che mostra una dissonanza sulle note basse che non riesco a capire. E di certo il dialogo anticipa e dimostra coerenza con sensazioni ampiamente poi rimestate per tutto l’ascolto. In questo brano in particolare, nell’esplosioni corale dell’inciso, mi sarei aspettato una maggiore pienezza dei suoni, un drumming che forse avrei vestito di un dialogo più rock.

Ecco: Ricordami spesso lascia un poco scoperti nei momenti di maggiore dinamica, anche se forse questa è una sensazione tutta mia personale. Anche in 1980 dove la sezione ritmica ha certamente un carattere maggiore, però l’avrei voluta più presente e meno “finta”. E forse è anche la scrittura andrebbe rivista. Su tutto spicca una voce che invece ha molto della tradizione d’autore italiana, soprattutto per quel che riguarda il mix e il modo di incastrarla nel tutto. Una voce che ovviamente rimanda ai tanti del settore, dagli Zero Assoluto ai Modà, ma devo dire che è proprio la voce a sprigionare una personalità assai gustosa e a conferire alla narrazione un potere seduttivo da non sottovalutare.

Linguaggio quotidiano, liriche se volete anche “adolescenziali” per dipingere l’amore (vero protagonista del disco), ma funziona bene e non mi ha distratto. E mi trovo d’accordo con parte della critica quando si dice che sono le dinamiche più spinte a valorizzarne meglio i suoi colori.

Tornando invece al concetto di cantautore, ecco Poi chiudo gli occhi, dove la matrice digitale lascia ampio spazio alla verità della lirica e della sua potenza, alla verità – appunto – del cantautore. Qui il pop si impreziosisce di pathos e di sensibilità, e l’equilibrio che ne risulta mi fa pensare che sia questa la dimensione più riuscita di questo progetto.

I Blu 21 con Ricordami si incanalano dentro un calderone di tantissime cose, ampiamente battute e sentite. Dalla loro quindi c’è una strada faticosamente in salita. Personalmente avrei cercato una personalità maggiore nella produzione, un quid che potesse trasportare il disco in ben altri lidi. Tutto sommato però il risultato convince, anche perché si tratta di un disco pop che non si svende con facili ritornelli. (Alessandro Riva)


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