«Magaria», il nuovo disco di Tiberio Ferracane

Tiberio Ferracane disegna canzoni con una delicatezza e una libertà uniche che non sono facilmente raggiungibili dai falsi miti contemporanei.

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Si torna alle origini spesso e volentieri e lo facciamo con un lavoro che da più parti si attendeva.

Cantautore raffinato, cantautore e apolide come il suono e la narrazione di questo suo ultimo lavoro. Siciliano ormai di stanza a Torino, Tiberio Ferracane sforna un disco di inediti (e non solo come vedremo) dal titolo Magaria, che in dialetto penso abbia connessioni a stretto giro con i rituali popolari ma anche con la magia intesa come vita, destino e amore che il caso fa nascere o che strappa via.

Disco di vita, sicuramente per lui, che non sfornava inediti in studio da anni. E dunque fa un sunto dentro questo shuffle delle volte fumoso e delle altre un poco colorato di jazz. Un sunto delle sue origini, dicevamo, della vita dei suoi genitori, di quel mare che si è dovuto attraversare, delle tante forme d’amore che la vita dona e che allo stesso modo strappa via. E suona benissimo, morbido nelle sezioni di drumming ed elegante come un buon vino rosso.

Un lavoro dalle ritmiche calde, perché il Sud è caro a Ferracane e non gli volta le spalle nonostante Magaria sia un album che guarda alla canzone d’autore francese e che mette insieme inediti con diversi classici della cultura musicale italiana come – per esempio – Un’ora sola ti vorrei, ma anche pezzi meno conosciuti come Valse à Rocco di Philippe Troisi, musicista a cui si dedica tutta l’opera, scomparso prima di tutti i tempi proprio a ridosso della produzione.

Quelle di Magaria sono comunque canzoni che Ferracane amalgama dentro la sua personalità e le rende tutte figlie di una stessa penna e di una stessa vita con una voce calda ma ruvida nei contorni, ricca di saggezza e lo si vede anche nel suo mestiere di artigiano con il quale ha realizzato questo disco senza cercare di compiacere a tutti i costi le masse.

Tiberio Ferracane disegna canzoni con una delicatezza e una libertà uniche che non sono facilmente raggiungibili dai falsi miti contemporanei. E per rendersene conto è sufficiente ascoltare Dall’altra parte della notte. (Alessandro Riva)


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