Eusebio Martinelli Gipsy Orkestar con l’album «Sbam!»

Un suono che si contamina in ogni direzione possibile, dentro la fusion come nel jazz, dentro la dance, come nel pop.

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Cosa sia gipsy per davvero non so bene come spiegarlo. La verità è che questa credo sia una parola che, riferita al genere musicale, è un po’ come “rock”, un modo di essere, un modo di vivere, un modo di pensare alla musica.

Sicuramente di primo acchito rivolgiamo le nostre aspettative ai sapori caldi, latini, dagli zingari alle peggiori latrine di Caracas (come si alludeva in una vecchia pubblicità). Ed è in effetti così (o quasi) quello che viviamo dentro la straordinaria energia apolide di Sbam!, il nuovo disco di Eusebio Martinelli e della sua Gipsy Orkestar.

Un suono che si contamina in ogni direzione possibile, dentro la fusion come nel jazz, dentro la dance, come nel pop. E lo fa sempre tenendo a mente i colori portanti della bandiera e arricchendosi anche di collaborazioni didascaliche quanto preziose: Cisco, a cui rimando gran parte del suono folk italiano, e Tonino Carotone che penso non abbia bisogno di altro in aggiunta.

E per capire cosa intendo con “contaminazione” facciamo girare in sequenza brani come Round The Fire, un bel pop estivo da hit mainstream e bikini a contorno, Babadochia che al rock affida il compito di scrivere andamenti balcanici, Balia che nella intro sembra trovarsi dentro hit digitali anni ’90 se non fosse per questa voce che ci riporta ai lidi balneari di oggi; un poco qui il richiamo è anche per quella scena che i fratelli Righeira dei tempi d’oro hanno saputo incarnare a pieno.

E poi ancora, il tempo reggae di Alterego che poi si trasforma in pop quadrato, in ska, in scale turche e follia romantica a suggellare la libertà espressiva della parte strumentale che non si può riassumere in nessun modo se non invitandovi all’ascolto. E così snocciolando traccia dopo traccia di sicuro i piani e le aspettative saranno puntualmente disattese in luogo di imprevedibili cambi di rotta assolutamente affascinanti.

Certo, se l’appetito vien mangiando, un simile corredo di tecnica, di ispirazione e di capacità, avrei voluto vederlo al servizio di soluzioni molto più trasgressive e ricercate invece che sentirmi condotto quasi sempre a soluzioni accomodanti per la massa popolare.

Sbam! risulta dunque un grandioso disco dentro cui il pop dal cuore digitale si contamina di tutto l’universo possibile e a lui coerente, basta che abbia energia, leggerezza e tantissimo romanticismo. Ecco: un disco decisamente romantico. (Alessandro Riva)


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