Probabilmente in tanti lo ignorano, ma ci sono alcune canzoni italiane che non sono forse così conosciute, ma hanno raggiunto in ogni caso un successo di alto livello, prendendo parte anche a un evento incredibile come l’Eurovision.
Probabilmente in tanti lo ignorano, ma ci sono alcune canzoni italiane che non sono forse così conosciute, ma hanno raggiunto in ogni caso un successo di alto livello, prendendo parte anche a un evento incredibile come l’Eurovision. Sul blog del casinò online L’insider si è provato a indagare quali sono le migliori canzoni Eurovision.
Certo, ci sono alcuni brani che hanno scritto la storia della musica italiana e che non hanno raccolto, molto probabilmente, il giusto riconoscimento nella rassegna continentale, come la canzone di Domenico Modugno più famosa al mondo e altri brani che sono riusciti a stupire un po’ tutti, addetti ai lavori compresi.
Corre l’anno 1958 e Domenico Modugno vince in tripudio il festival di Sanremo. Merito di una canzone che è diventata ormai un simbolo dell’Italia e che ha cantato con Johnny Dorelli. Si tratta di “Nel Blu dipinto di blu (Volare)”, con cui ha voluto anche prendere parte, questa volta in solitaria, all’Eurovision Song Contest di quell’anno.
Nonostante non riesca a vincere pure la manifestazione continentale, Modugno riesce in ogni caso a piazzarsi sul gradino più basso del podio. Eppure, in Europa dà vita a un fenomeno incredibile e non ci sono persone che non si sono fermate a cantare, almeno per un attimo, i versi di questo fantastico brano. Le leggende narrano che il cantante di origini pugliesi dovesse affrontare delle vere e proprie orde di ammiratori e ammiratrici e che, per tale ragione, fu quasi obbligato a cantare tale canzone sull’ala di un aereo all’interno di un hangar. Roba da matti. E l’edizione del 1958 dell’Eurovision Song Contest finì nelle mani di André Claveau, con la sua canzone “Dors, mon amour”.
Si tratta di un brano molto famoso nella versione che è stata proposta da Tony Renis. Ebbene, in realtà la versione originale fu realizzata da Emilio Pericoli. Quest’ultimo artista, però, viene ricordato molto più spesso per un’altra canzone altrettanto nota, ovvero “Quando quando quando”.
Grazie a questo brano, però, Emilio Pericoli e Tony Renis sono riusciti a portarsi a casa l’edizione del 1963 del Festival di Sanremo. All’Eurovision Song Contest di quell’anno, però, si presenta solamente Pericoli, che replica il risultato raggiunto da Modugno cinque anni prima. Solo un terzo posto, in un’edizione che venne organizzata a Londra e che fu vinta dal duo danese Grethe e Jorgen Ingmann con il brano “Dansevise”.
Due anni più tardi, è un altro grande artista della musica italiana a volare all’Eurovision Song Contest. L’edizione del 1965 è particolare, dal momento che si svolge a Napoli ed è chiaro che l’artista che rappresenta i colori italiani ci tiene a fare bene. In più, nel 1964 la rassegna continentale venne vinta proprio dalla nostra Gigliola Cinquetti, con il suo mitico brano “Non ho l’età”.
Ebbene, nell’edizione napoletana, a rappresentare l’Italia c’è Bobby Solo. Come spesso capita in queste occasioni, non mancano pure le polemiche. In base a quanto è stato sottolineato dalle case discografiche italiane, il brano che è stato scelto per affrontare l’Eurovision Song Contest, non avrebbe nemmeno dovuto prendere parte al Festival di Sanremo. Infatti, sarebbe dovuto provenire dal Cantagiro oppure dal Festival di Napoli.
Non è finita qui, dal momento che Bobby Solo corre pure il rischio di ricevere una squalifica, dal momento che il suo brano “Se piangi, se ridi” avrebbe dovuto rimanere completamente inedito fino al 10 febbraio, quando in realtà già dal mese precedente cominciò a circolare. Alla fine Bobby Solo partecipò a quell’Eurovision, ma a vincere fu il lussemburghese France Gall con “Poupée de cire, poupée de son”.
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