Gnut è un cantautore napoletano che fa incontrare Nick Drake e Elliot Smith con la tradizione cantautorale italiana e quella partenopea di Roberto Murolo.
Cantautore napoletano che da anni calca le scene musicali seguendo il suo cammino, unico e personale, Gnut (all’anagrafe Claudio Domestico) è un songwriting che fa incontrare Nick Drake e Elliot Smith con la tradizione cantautorale italiana e quella partenopea di Roberto Murolo.
Il titolo in napoletano significa “non dare troppo peso ai problemi”. Un modo di dire che rappresenta anche una filosofia di vita che contraddistingue tutto il sud Italia e in particolare Napoli.
Nun te ne fa’ – in uscita il 14 ottobre 2022 per Beating Drum – è il risultato di un lavoro di scrittura che ha preso il via nel 2014, grazie all’amicizia e ai forti legami artistici stretti con il poeta partenopeo Alessio Sollo e il cantautore inglese Piers Faccini. Quest’ultimo, già produttore del secondo album di Gnut Il rumore della luce, non solo é produttore e arrangiatore di questo disco ma accoglie il musicista nella sua etichetta Beating Drum dal 2018, con l’uscita del vinile in edizione limitata dell’EP Hear My Voice.
In un contesto sociale e musicale sempre più “veloce” dedicare sette anni alla scrittura e alla realizzazione di un disco è qualcosa di profondamente anacronistico e forse, proprio per questo, rivoluzionario.
Scrivere per sopravvivere, vivere per scrivere. Comporre e cantare è, per Gnut, cibo per l’anima.
Un bisogno che è diventato ancora più urgente durante gli ultimi anni di isolamento. Nella atmosfera surreale, a tratti da fine del mondo, creare canzoni come cura contro i mali di quest’epoca è diventato essenziale.
Mai come in questo momento, nun te ne fa’, ovvero don’t worry riassume la meravigliosa filosofia del carpe diem napoletano.
Il sodalizio artistico con Alessio Sollo ha prodotto circa quaranta canzoni in napoletano nate da una costante ricerca dell’incastro migliore tra poesia, melodia e armonia, un approccio alla scrittura vicino all’artigianato di un tempo fatto di tradizioni e mestieri tramandati di padre in figlio.
Successivamente Piers Faccini ha provveduto ad una attenta e minuziosa selezione delle canzoni proposte da Gnut. Lavorare con Piers, come produttore, vuol dire cimentarsi con il songwriting più puro, per il quale ogni parola, ogni accento, ogni silenzio hanno un significato, un peso specifico, il proprio posto.
Dopo l’intenso lavoro di pre-produzione sulle strutture e le armonie, fatto durante viaggi tra le montagne delle Cevennes nel sud della Francia a casa di Piers Faccini, le canzoni hanno preso vita e hanno raggiunto la loro forma definitiva.
Le registrazioni del disco sono cominciate a Roma con la realizzazione delle batterie con Simone Prattico, strumentista jazz internazionale già al fianco di Daniele Silvestri, Carmen Consoli, Hindi Zahra oltre che dello stesso Faccini.
Nella fase successiva, durante il lockdown e lavorando a distanza a causa della pandemia, Piers ha creato un mondo sonoro specifico per ogni singola canzone.
Con l’utilizzo di strumenti di diverse provenienze geografiche ha donato un sound unico senza frontiere agli arrangiamenti e una connotazione nomade all’intero album.
Tornate a Napoli, le canzoni, hanno subito un’ulteriore evoluzione con agli interventi di Michele Signore al violino, viola, lira pontiaca, mandolino e mandoloncello. Le influenze d’oltreoceano si sono fuse perfettamente con le radici napoletane grazie all’esperienza di Signore, che membro della Nuova Compagnia di Canto popolare, negli anni ha anche collaborato con artisti del calibro di Roberto Murolo, Sergio Bruni, Nino Taranto, Pino Daniele e che da qualche anno accompagna Gnut anche dal vivo.
Di questo connubio tra tradizione e modernità è un meraviglioso esempio il featuring sul brano Colpa mia; dove la voce eccezionale di Fausta Vetere (voce storica della Nuova compagna di canto popolare) e la tammorra di Luca Rossi incontrano atmosfere beatlesiane alla John Lennon.
A chiusura del cerchio l’importante scelta produttiva di Piers di utilizzare un timbro femminile ad accompagnare la voce calda di Gnut. La scelta, azzeccatissima, ha portato alla collaborazione con Ilaria Graziano che ha donato alle canzoni una sonorità inedita grazie al suo carisma e al suo enorme talento.
Il songwriting di Gnut prende a piene mani dalla tradizione della propria terra per fondersi con suoni provenienti da luoghi lontani; nel tentativo di far incontrare Roberto Murolo con l’approccio alternative americano di Elliott Smith, la musica popolare con il folk inglese di Nick Drake e la tradizione della canzone napoletana con il blues del delta del Mississippi.
Nun te ne fa’ è l’album che testimonia la raggiunta maturità artistica di un musicista, che dopo vent’anni di esperienze e contaminazioni musicali, trova un’unica e personalissima strada per veicolare il suo emozionate songwriting e il suo inconfondibile timbro vocale.
Un coraggioso progetto d’insieme che conferma uno dei più raffinati esponenti del cantautorato italiano contemporaneo. (La redazione)
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