A raccontare la grandezza del compositore e direttore d'orchestra toscano ci ha pensato il regista Massimo Martella con il film-documentario dal titolo «Il tocco di Piero»
Senza ombra di dubbio Piero Umiliani è stato uno dei più importanti compositori italiani di colonne sonore del Novecento.
A raccontare la sua grandezza del musicista e direttore d’orchestra ci ha pensato il regista Massimo Martella con il film-documentario dal titolo Il tocco di Piero.
Una pellicola davvero suggestiva che racconta il percorso creativo di Umiliani, da primissimi esordi, quando nel dopoguerra suonava nelle orchestrine jazz dell’esercito alleato, fino ad arrivare nel 1958 alla creazione della sua prima colonna sonora, I soliti ignoti di Mario Monicelli, che ha spianato la strada del successo al compositore toscano.
Un’affermazione artistica che lo ha portato a collaborare con i grandi della musica jazz come Chet Baker, Helen Merrill e Gato Barbieri.
Amato anche da formazioni contemporanee come i francesi Air, Piero Umiliani è stato tra i primi a sperimentare la musica elettronica in Italia.
Tra le sue composizioni più popolari ricordiamo Mah-nà mah-nà contenuta nel film del 1978 Svezia inferno e paradiso di Luigi Scattini.
Il tocco di Piero si avvale della narrazione partecipata della famiglia Umiliani ma anche dei ricordi di amici e collaboratori come Edda Dall’Orso, Giovanni Tommaso, Gegè Munari, Silvano Chimenti.
Partecipano infine alle musiche del documentario Enrico Pieranunzi, i Calibro 35 e Carlotta Proietti. (La redazione)
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