Il treno dei soliti noti

Il dominio dei soliti volti nell'informazione culturale e nell'intrattenimento. Ma c'è chi vede la luce in fondo al tunnel.

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Se c’è una cosa che possiamo dire dell’Italia, è che siamo un Paese che ama la tradizione e le cose che hanno resistito alla prova del tempo.

E non intendo solo le antiche rovine romane o i monumenti medievali che popolano il nostro paesaggio, ma anche qualcosa di molto più attuale: il dominio dei soliti volti nell’informazione culturale e nell’intrattenimento.

Carta stampata

Iniziamo dalla carta stampata, il regno indiscusso delle stesse facce ( o meglio firme) che ciclicamente, a ogni cambio di stagione, passano da un giornale all’altro come uccelli migratori. Non importa quanti nuovi talenti ci siano nel mondo della scrittura o dell’editoria, sembra che i nostri editori siano convinti che solo le vecchie conoscenze possano attrarre i lettori. E così, troviamo gli stessi autori che ci raccontano le stesse storie, anno dopo anno, con una variazione minima di trame o temi. Tutto ciò, aspettando la prossima stagione.

Televisione

Passiamo ora alla televisione, dove la situazione non è molto diversa. Anzi, direi identica. Accendiamo il televisore e chi vediamo? Gli stessi volti che ci accompagnano da anni, ora in veste di conduttori, ora in veste di ospiti. Un circolo vizioso dal quale è impossibile entrare e tantomeno uscire, perché la regola è sempre la stessa: non importa quanto talento o freschezza ci sia nel panorama televisivo (o meglio “visivo”, visto che viviamo l’epoca dei social media), l’importante è occupare più poltrone possibili. E così, i soliti noti si rincorrono da un programma all’altro, come una specie di gioco delle sedie che non sembra avere mai fine.

Radio

A chiudere il cerchio arriva la radio! Il luogo preferito in cui i soliti noti con le solite voci, tra la pubblicazione di un libro, un articolo e una comparsata in televisione, si fermano a svernare in qualche emittente radiofonica, in attesa del prossimo giro.

La luce in fondo al tunnel

È facile intuire quindi che in Italia, anche chi si occupa di cultura e intrattenimento è affetto da una sorta di bulimia nervosa che lo porta a fagocitare, quanto più possibile, ogni spazio mediatico disponibile che conta, per poi vomitarlo addosso a chi sta cercando un’opportunità per emergere.

E così ogni volta un amico o collega, preso dall’ennesimo e ingiustificabile slancio di ottimismo, mi dice: “Stai tranquillo, Johnny, inizio a vedere la luce in fondo al tunnel“, penso sempre che sia il treno dei soliti noti. (Johnny Vinile)


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