Mentre rovistava tra le sue vecchie audiocassette, dall’archivio di Luca D’Ambrosio è saltata fuori questa intervista a Luciano Ligabue, registrata poco prima del concerto al Centro Fiere di Alatri (Frosinone, 6 marzo 1992), all’indomani di Lambrusco, Coltelli, Rose & Popcorn, il secondo album del rocker di Correggio.
Prima che realizzassi il tuo primo disco, due delle tue canzoni, Sogni di rock’n’roll e Figlio di un cane, furono incise da Pierangelo Bertoli. Come lo hai incontrato e cosa ha significato per te questo incontro?
Dal rapporto con Pierangelo Bertoli è nata la collaborazione con il suo produttore, Angelo Carrara, che decise di lavorare al progetto del tuo primo disco. Che situazione si venne a creare visto che Carrara veniva da esperienze molto diverse da quelle che tu proponevi?
Se non vado errato nel 1988 mettevi su una formazione che si chiamava Orazero. Cosa ha rappresentato quella band per Luciano Ligabue?
Per essere precisi la band l’abbiamo formata nel 1987. È stata anche la mia prima apparizione in pubblico. Cosa ha rappresentato la band? Ha rappresentato un momento decisivo per me cioè il fatto di vedere che queste canzoni venivano apprezzate dalla gente. Capitava già da sconosciuti, presi un po’ per sfigatelli, perché quando uno non ha successo è sempre preso un po’ così, che la gente aveva interesse per queste canzoni. C’erano già registrazioni pirata dei nostri concerti, che poi la gente si scambiava roba di questo tipo. È un’esperienza che ricordo con affetto, perché comunque sono stati tempi non facili ma carichi di entusiasmo.
Senti, Luciano, la mia non vuole essere una provocazione, ma perché un rocker come Ligabue canta in italiano e non in inglese?
Come sono i rapporti con i Rocking Chairs, visto che al tuo secondo disco ha collaborato il fisarmonicista Franco Borghi?
Obiettivamente, che differenza intercorre tra il Ligabue del primo LP e quello del secondo?