Il divismo nell’era di Internet

Dal divismo tradizionale a quello contemporaneo, andiamo a scoprire come Internet ha democratizzato il culto delle star.

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L’avvento di Internet ha rivoluzionato il modo in cui le persone interagiscono con il mondo e con gli altri. Questo cambiamento ha avuto un impatto significativo anche sul divismo, che si è evoluto in una nuova forma più accessibile e partecipativa.

Innanzitutto, cosa si intende per divismo

Possiamo dire, in breve, che il divismo è un fenomeno di costume che ha avuto origine nel XIX secolo e consiste nella mitizzazione soprattutto di personaggi famosi dello spettacolo, del cinema e della musica. I divi sono considerati delle icone, delle figure quasi divine, che vengono adorate dai loro fan.

Il divismo tradizionale

Nel passato, il divismo era un fenomeno elitista, riservato a una élite di persone che godevano di un grande successo professionale o sociale. Le star erano spesso irraggiungibili e il loro culto era basato sulla loro distanza dal pubblico.

Il divismo di Internet

Con l’avvento di Internet, il divismo è diventato un fenomeno più democratico. Grazie ai social media, chiunque può diventare una star, anche se non ha un talento straordinario o una carriera di successo.

In questo nuovo contesto, le star non sono più irraggiungibili. I fan possono interagire con loro direttamente, commentare i loro post e addirittura conoscerle personalmente.

I nuovi divi

I nuovi divi sono spesso persone comuni che sono riuscite a diventare famose grazie a Internet. Si tratta di blogger, youtuber, influencer, ma anche di persone che hanno avuto successo con meme o video virali.

Questi nuovi divi hanno un rapporto molto più diretto con i loro fan. Sono spesso più accessibili e trasparenti, e condividono con loro la loro vita quotidiana.

Il divismo come fenomeno sociale

Il divismo è un fenomeno sociale che riflette i valori e le aspirazioni di un’epoca. E nell’era di Internet, il divismo è diventato un modo per le persone di esprimere la propria individualità e di sentirsi parte di una comunità. (Aaron Stack)


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