Con il libro «I malefici. Ovvero la casa delle storie strampalate», Vergassola mette alla prova il suo genio creativo coinvolgendo personaggi iconici delle fiabe.
L’autore e musicista Dario Vergassola, noto per la sua capacità di capovolgere la realtà in modo perturbante e comico, presenta il suo nuovo libro I malefici ovvero La casa delle storie strampalate“, edito da Baldini+Castoldi e realizzato con la collaborazione di Manuel Renga e illustrazioni di Mattia Simeoni.
Dario Vergassola nasce in Liguria, è comico e cantautore. Ha partecipato a numerosi programmi televisivi e pièce teatrali. Si avvicina al mondo dello spettacolo da giovane, partecipando a Professione comico, manifestazione diretta da Giorgio Gaber, dove ottiene sia il premio del pubblico che quello della critica.
Del 2014 è il suo primo romanzo La ballata delle acciughe. Nel 2020, per La nave di Teseo ha pubblicato con Moni Ovadia Se vuoi dirmi qualcosa taci. Dialogo tra un ebreo e un ligure sull’umorismo e, nel 2021, Storie vere di un mondo immaginario. Cinque racconti delle Cinque Terre, con le illustrazioni di Mattia Simeoni.
La trama si svolge in un ascensore lento e frustrante, metafora di un inghippo più sottile e pervasivo: il ruolo dei personaggi nelle fiabe, che li imprigiona e li stigmatizza. Durante un interminabile viaggio dall’entrata al piano più alto di un condominio, dove si trova lo studio dello Psicologo, quattro cattivi delle fiabe rivelano i loro lati meno noti e ciò che emerge è sorprendente.
La Regina dello Specchio, solitamente associata all’arroganza, lotta con problemi di autostima e dipendenza dai social media. Il Lupo Cattivo, tradizionalmente un carnivoro spietato, si rivela essere un vegetariano sotto copertura. La Strega del Mare, di solito temuta per la sua magia oscura, si vergogna della sua voce danneggiata dalle microplastiche. Il Gran Visir, solito braccio destro del tiranno, lotta con disturbi schizofrenici.
Questo racconto moderno e ironico, ispirato al musical “Malefici“, si propone di ridare profondità e attualità ai “cattivi” delle fiabe. Rivela i personaggi non come semplici stereotipi del male, ma come individui capaci di errori e fallimenti, non irrecuperabili.
L’opera diventa così un inno alla diversità, alla libertà e al riscatto, sottolineando che solo attraverso l’introspezione e la tolleranza possiamo veramente comprendere la complessità di ognuno. (La redazione)
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