Viva l’Italia antifascista. Ora e sempre, per non dimenticare.

Ecco perché il giornalista e storico loggionista del Teatro alla Scala Marco Vizzardelli ha gridato "Viva l'Italia antifascista" alla prima del Don Carlo

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Marco Vizzardelli, giornalista e storico loggionista del Teatro alla Scala di Milano, ha scatenato una polemica politica per aver urlato ieri, 7 dicembre 2023, alla prima del Don Carlo di Giuseppe Verdi, la frase: “Viva l’Italia antifascista“.

L’intervento della Digos

Nonostante la Questura di Milano abbia dichiarato che l’identificazione da parte della Digos è stata una procedura ordinaria di controllo per la sicurezza, Vizzardelli ha espresso inquietudine, suggerendo un possibile avvicinarsi di un “parafascismo“.

Il loggionista ha spiegato che il suo intervento era una reazione ponderata a una riflessione personale e ha ironizzato sulla possibilità di essere arrestato se avesse gridato “Viva l’Italia fascista“.

La vicenda ha scatenato un dibattito sui social media con gli hashtag #identificarsi e #vivaliataliaantifascista, sostenuti e diffusi anche da diversi esponenti del centrosinistra.

Perché il giornalista-loggionista ha urlato quella frase

Vizzardelli ha motivato il suo gesto con il suo personale disappunto per per la presenza di determinati politici tra il pubblico come Salvini e in particolar modo La Russa per aver tirato in ballo nei giorni precedenti la figura della senatrice a vita Liliana Segre.

Nonostante le divergenze di opinione, il sessantacinque loggionista che frequenta la Scala dall’età di 10 anni, sostiene di non essere un pericoloso comunista e difende la sua azione, sottolineando che a teatro si è sentito di peggio e che lo rifarebbe.

La controversia continua a tenere banco, alimentando il dibattito sulla libertà di espressione e la presenza di figure politiche con background contestati in eventi culturali di rilievo come quelli alla Scala.

Da parte nostra, dopo aver visto recentemente in televisione e sui social, filmati di commemorazioni e funerali vari con relative alzate di mano, frasi e canti che rimandavano al ventennio fascista, non possiamo che unirci a Vizzardelli, dicendo una cosa assai banale: “Viva l’Italia antifascista“. Ora e sempre. Per non dimenticare. (La redazione)


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