Durante un concerto a Barletta, Antonello Venditti ha perso il controllo, scimmiottando e insultando una spettatrice disabile. Nonostante le scuse pubbliche, il suo gesto ha suscitato imbarazzo e indignazione, dimostrando la necessità di rispetto e sensibilità.
Ah, la magia dei concerti dal vivo! Quelle serate irripetibili in cui le emozioni scorrono a fiumi, le stelle brillano nel cielo e la musica ci porta in un mondo parallelo. E poi ci sono quelle altre serate, quelle in cui un cantautore di fama decide di fare il pedagogista improvvisato, regalandoci una performance che nessuno dimenticherà tanto facilmente. È il caso del recente concerto di Antonello Venditti a Barletta, che passerà alla storia non tanto per i suoi grandi successi, ma per uno spiacevole episodio che ha visto come protagonista il nostro poeta in salsa romana. Partiamo dunque dai fatti riportati da tutti i principali media in maniera unanime e veritiera, supportati anche da testimonianze video (vedi qui).
Tutto è iniziato quando Venditti, forse troppo concentrato sulle note delle sue canzoni, ha deciso di interrompere lo spettacolo per dedicare qualche minuto alla disciplina. Sì, perché pare che tra una strofa di Notte prima degli esami e l’altra, il buon Antonello si sia sentito improvvisamente investito della missione di insegnare le buone maniere. Purtroppo, il destinatario della sua lezione era una spettatrice disabile che, colpevole di manifestare riflessi involontari, stava secondo lui disturbando l’armonia del concerto.
Ed ecco che il maestro Venditti, con la grazia di un elefante in una cristalleria, decide di scimmiottare la giovane donna, lanciando insulti al microfono, inconsapevole della sua disabilità. Il culmine del suo monologo è stato quando ha sfidato la spettatrice chiedendole di andare sotto il palco semmai avesse avuto il coraggio di farlo. Una scena talmente surreale che se non fosse stata ripresa in video, avremmo potuto scambiarla per un brutto sogno o, al massimo, per un tentativo maldestro di stand-up comedy. Ma no, purtroppo era tutto vero. E se vi state chiedendo quale sia stata la reazione del pubblico, non è difficile immaginarla: un imbarazzo collettivo che ha pervaso l’intero anfiteatro.
Ma il nostro Antonello non si è fermato qui. Una volta avvertito da un componente dello staff della disabilità della persona in questione, con una logica ferrea che solo i più grandi pedagogisti possono vantare, ha ribadito, riassumendo, che anche un ragazzo speciale deve imparare l’educazione. In quel momento, Venditti ha probabilmente creduto di essere un illuminato maestro di vita, dispensando perle di saggezza a un pubblico di ignoranti. E così, in un battito di ciglia, ha ignorato l’evidente disabilità della donna per concentrarsi su quello che, a suo dire, era il vero problema: la mancanza di buone maniere. Ovviamente, questa riflessione così profonda non poteva che peggiorare la situazione, scatenando l’indignazione dei presenti e dei genitori della ragazza.
Resosi conto del pasticcio combinato, Venditti ha fatto quello che chiunque farebbe nel 2024: una diretta su Facebook per chiedere scusa. Ma, attenzione, non si tratta di scuse qualsiasi. No, il cantautore ha precisato di non aver capito che si trattava di una persona “speciale”. Forse, nel suo mondo, “speciale” è una parola che richiede una laurea in pedagogia per essere compresa appieno. O magari, il fatto che uno dello staff lo avesse informato della situazione non era sufficiente a chiarire la situazione. Il video delle sue scuse è stato poi rimosso, come se cancellarlo potesse far dimenticare quanto accaduto.
E così, la serata che doveva essere un tripudio di musica si è trasformata in un corso accelerato di “cosa non fare quando sei un cantautore in tour”. Antonello Venditti, tra una canzone e l’altra, ci ha mostrato che anche i più grandi artisti possono inciampare, e che a volte è meglio lasciare la pedagogia a chi di dovere. Forse, la prossima volta, anziché insegnare l’educazione ai “ragazzi speciali”, il nostro cantautore potrebbe concentrarsi su ciò che sa fare meglio: cantare. Anche perché, alla fine, se c’è qualcuno che ha bisogno di ripassare l’educazione, non è certo la povera spettatrice disabile, ma qualcuno che si è scordato le basi del rispetto. (Lilly Speciale)
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