Alessandro Giuli è il nuovo Ministro della Cultura, nominato dopo le dimissioni di Gennaro Sangiuliano.
Venerdì 6 settembre 2024, Alessandro Giuli è stato ufficialmente nominato nuovo Ministro della Cultura, succedendo a Gennaro Sangiuliano, che ha rassegnato le dimissioni dopo giorni di polemiche legate ai rapporti con Maria Rosaria Boccia. La decisione è stata presa in seguito a una lettera di dimissioni indirizzata al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha poi presentato la nomina al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quest’ultimo, durante un incontro tenutosi oggi al Quirinale, ha firmato il decreto di accettazione delle dimissioni di Sangiuliano e la nomina di Giuli come nuovo titolare del dicastero della cultura. La cerimonia del giuramento di Alessandro Giuli si terrà questa sera alle ore 19 presso il Quirinale.
Alessandro Giuli, nato a Roma il 27 settembre 1975, ha costruito una carriera poliedrica, divisa tra giornalismo, scrittura e intrattenimento televisivo. Così come si legge sui vari giornali e su Wikipedia, Giuli – iscritto a Filosofia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – non si è mai laureato. Ha iniziato la sua carriera giornalistica al Foglio, sotto la direzione di Giuliano Ferrara. Qui ha rapidamente scalato le gerarchie, diventando vicedirettore nel 2008 e condirettore fino al 2017. Dopo una breve parentesi come direttore del settimanale Tempi, Giuli ha proseguito il suo impegno culturale come scrittore, pubblicando saggi che spaziano dalla politica all’identità culturale italiana. Tra le sue opere più note si trovano Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti (2007) e Sovranismo per esordienti (2018), testi che riflettono una costante attenzione verso i temi legati all’identità, al potere e alla politica.
Nel 2020, Giuli è diventato una figura nota anche al pubblico televisivo, partecipando come ospite fisso alla trasmissione Patriae su Rai 2. Lo stesso anno ha co-condotto con Francesca Fagnani il programma Seconda linea, che però è stato chiuso dopo solo due puntate. Questi anni lo hanno visto protagonista di un crescente impegno mediatico, culminato nel suo ruolo di presidente della Fondazione MAXXI, incarico ricevuto nel 2022 su nomina dello stesso Sangiuliano, che oggi lascia proprio nelle sue mani il ministero.
La nomina di Giuli avviene in un contesto delicato. Le dimissioni di Gennaro Sangiuliano, infatti, sono giunte dopo un periodo di intense polemiche. Nonostante questo scenario turbolento, il nuovo ministro ha dalla sua un profilo che coniuga competenze culturali e capacità comunicative, che potrebbero rivelarsi utili in un dicastero tanto strategico quanto complesso.
Giuli, nel suo nuovo ruolo, eredita diverse sfide, tra cui la gestione del patrimonio culturale italiano e la promozione della cultura come strumento di crescita e identità nazionale. Lo stesso Giuli aveva dichiarato qualche mese fa, in un’intervista a Dimartedì su La7: “La politica deve rimettere al centro la cultura”, una visione che si riallaccia alle sue precedenti esperienze come direttore del museo MAXXI, simbolo della modernità e dell’innovazione culturale a Roma.
Ora, alla guida del Ministero della Cultura, Giuli è chiamato a dare seguito alle sue parole, cercando di tradurre in politiche concrete l’idea di una cultura che torni a essere centrale nel dibattito politico e sociale italiano. Il suo impegno passato nel valorizzare l’identità culturale, così come la sua capacità di mediazione tra diverse anime della politica e della società civile, saranno fondamentali per affrontare le sfide future. L’attenzione al patrimonio storico e artistico dovrà necessariamente essere affiancata da uno sguardo proiettato verso il futuro, con l’obiettivo di innovare e rendere la cultura un motore di sviluppo economico e sociale.
Qualche mese fa, intervistato da Giovanni Floris a Dimartedì, su La7, Alessandro Giuli dichiarava che “la politica deve rimettere al centro la cultura”. Quale migliore occasione, da Ministro della Cutlura, per mettere in pratica quanto dichiarato?
La carriera eclettica di Giuli, tra editoria, giornalismo, televisione e istituzioni culturali, suggerisce che il nuovo ministro possieda gli strumenti per guidare il dicastero in una fase tanto importante quanto complessa. Tuttavia, solo il tempo dirà se sarà in grado di mantenere la promessa di riportare davvero la cultura al centro della politica italiana. (La redazione)
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