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Uzeda, il documentario di Maria Arena sulla noise band siciliana

Il documentario "Uzeda – Do It Yourself" racconta la straordinaria avventura della noise band siciliana Uzeda. Dall'incontro con Steve Albini, leggendario produttore di Chicago, alla scalata delle scene internazionali, senza mai rinunciare alla loro indipendenza artistica e all'etica DIY.

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Dopo una prima presentazione a giugno 2024 al Biografilm Festival, Uzeda – Do It Yourself, il documentario diretto da Maria Arena, arriva finalmente nelle sale. Il film racconta la storia della noise band siciliana Uzeda, un gruppo che ha saputo mantenere intatta la propria indipendenza artistica, trasformando la passione per la musica in una missione di vita. Il documentario non solo narra le tappe principali della carriera del gruppo, ma approfondisce anche il legame indissolubile con la Sicilia, la loro terra d’origine, e con l’etica del Do It Yourself (DIY), scelta di vita che li ha caratterizzati sin dall’inizio.

L’incontro con Steve Albini: un momento di svolta

Nel 1991, gli Uzeda, una band allora emergente, decidono di inviare un demo dalla Sicilia a Steve Albini, leggendario produttore di Chicago. Un atto che sembrava essere un salto nel buio, ma che si rivelò la mossa vincente. Albini, colpito dalla loro musica, rispose immediatamente e volò a Catania per registrare il loro album “Waters”. Questo incontro segna l’inizio di una collaborazione che ha trasformato non solo la carriera degli Uzeda, ma anche le vite personali dei membri del gruppo, fino alla recente e improvvisa scomparsa di Albini.

Grazie a lui, gli Uzeda trovarono il sound che meglio li rappresentava. Successivamente, registrarono due Peel Session alla BBC, un traguardo importantissimo per una band indipendente, e firmarono un contratto con la storica etichetta indipendente di Chicago, Touch and Go. Da quel momento in poi, album dopo album, la loro fama non fece altro che crescere.

Il documentario: un racconto tra musica e vita quotidiana

“Uzeda – Do It Yourself” non è soltanto un documentario sulla musica, ma è un viaggio nelle vite dei componenti del gruppo. Girato tra il 2016 e il 2020, il film alterna immagini di repertorio a scene intime della quotidianità della band, offrendo uno spaccato unico su come la dedizione alla musica abbia influenzato profondamente i loro percorsi di vita. I sacrifici personali, sia in termini di tempo che di risorse economiche, emergono come un elemento centrale della narrazione.

Il documentario ripercorre anche i momenti salienti della loro carriera, includendo filmati dai concerti più memorabili, tra cui quelli del 25 e 26 maggio 2018 all’Afrobar di Catania, dove la band celebrò il suo 30º anniversario. In quell’occasione, gli Uzeda si esibirono insieme a gruppi musicali a loro vicini, come Three Second Kiss, The Ex, Shellac, Black Heart Procession e i June of 44, che si riunirono appositamente per l’evento.

L’indipendenza come valore fondamentale

Uno dei temi chiave del documentario è l’indipendenza artistica e personale del gruppo. Gli Uzeda, sin dall’inizio della loro carriera, hanno rifiutato le logiche del mercato musicale tradizionale, mantenendo ferma la volontà di rimanere fedeli a sé stessi e alla loro visione. Questo spirito indipendente emerge anche nel loro radicamento alla città di Catania e alla Sicilia, terra con la quale mantengono un legame profondo e inscindibile, come suggerisce anche il nome della band, che si ispira alla porta barocca Uzeda, simbolo della loro città natale.

La narrazione mostra come la band abbia sempre evitato i cliché delle rock band tradizionali, preferendo restare ancorati a una vita quotidiana fatta di sacrifici e lontana dai riflettori. Il loro approccio DIY, prima dell’era dei social e di piattaforme come Bandcamp, rappresentava una scelta di campo sia sociale che politica, un modo per esprimere una precisa visione del mondo e della musica.

La Sicilia e il sound degli Uzeda

Un aspetto centrale della storia degli Uzeda è il loro legame con la Sicilia, una terra che difficilmente si associa a un sound ruvido e sperimentale come il loro. Il nome stesso della band, ispirato alla porta barocca che si affaccia su Piazza del Duomo a Catania, sottolinea questo legame profondo. La loro musica, caratterizzata da suoni contorti e oscuri, sembra essere in contrasto con la tradizionale immagine mediterranea della Sicilia, ma è proprio da questo contrasto che nasce la forza della band.

Conclusione

Uzeda – Do It Yourself è molto più di un documentario musicale: è un ritratto intimo di una band che ha saputo rimanere fedele a sé stessa, pur affrontando le sfide della vita e del mondo musicale. Con uno sguardo attento e profondo, Maria Arena racconta non solo la storia artistica degli Uzeda, ma anche la loro vicenda umana, fatta di sogni, sacrifici e una visione intransigente della musica. Un film che celebra la creatività e la resistenza di chi sceglie di restare indipendente in un mondo che spesso premia il compromesso. (La redazione)


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