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Operazione Taken Down: smantellata rete di streaming illegale

L'operazione "Taken Down" ha smantellato una rete criminale di streaming illegale con un giro d'affari mensile di 250 milioni di euro, coinvolgendo oltre 22 milioni di utenti. Con il supporto di Europol ed Eurojust, sono stati sequestrati 2.500 canali e server, causando danni per oltre 10 miliardi di euro.

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Da quanto si legge nei principali organi di informazione italiani, come per esempio TGcom24, lo streaming illegale di contenuti audiovisivi è un fenomeno in crescita e ha raggiunto numeri impressionanti. Lo conferma l’operazione “Taken Down” condotta dalla polizia postale con il supporto di Eurojust ed Europol, che hanno rivelato una rete criminale che gestiva un giro d’affari mensile di oltre 250 milioni di euro. Un business colossale che ha alimentato il traffico illecito di contenuti pirata in tutta Europa, causando danni enormi alle aziende legittime che gestiscono piattaforme di Pay TV.

Oltre 22 milioni di utenti coinvolti

L’operazione “Taken Down” ha permesso di smantellare una struttura informatica complessa che serviva più di 22 milioni di utenti in tutto il mondo. La Procura di Catania ha confermato che questo traffico illegale generava un fatturato annuo di circa 3 miliardi di euro, provocando danni economici alle piattaforme legali di oltre 10 miliardi di euro all’anno. Le modalità operative del gruppo erano altamente sofisticate: attraverso sistemi IPTV illegali, venivano captati e rivenduti palinsesti live e contenuti on-demand, protetti da diritti d’autore di importanti piattaforme come Sky, Dazn, Netflix, Amazon Prime, e Disney+.

L’organizzazione piramidale: struttura e metodi illegali

La rete smantellata dalle forze dell’ordine era organizzata come un gruppo criminale transnazionale con una struttura piramidale. Gli indagati erano coinvolti in attività come lo streaming illecito di contenuti audiovisivi, l’accesso abusivo a sistemi informatici, la frode informatica e il riciclaggio di denaro. Per sfuggire agli accertamenti delle autorità, gli esponenti di questa rete utilizzavano applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi, impiegati per intestare utenze telefoniche, carte di credito, abbonamenti e noleggi di server.

Operazioni internazionali e sequestro di server

Una parte significativa dell’infrastruttura illegale operava al di fuori dell’Italia, con sedi individuate in Romania e Hong Kong, dove sono stati sequestrati 9 server utilizzati per diffondere i segnali pirata in tutta Europa. Anche in Inghilterra e Olanda sono stati identificati tre amministratori di alto livello, e sono stati trovati 80 pannelli di controllo per la gestione dei flussi di streaming. Le perquisizioni, che hanno coinvolto diverse nazioni, hanno portato al sequestro di criptovalute per oltre 1.650.000 euro e contanti per circa 40.000 euro.

Il paragone con il traffico di cocaina

Il procuratore Francesco Curcio, durante la conferenza stampa sull’operazione, ha sottolineato come i guadagni illeciti generati dallo streaming pirata siano comparabili, in termini di rendimento, a quelli derivanti dal traffico di cocaina. Con un rischio minore e guadagni enormi, il giro d’affari illegale legato alle IPTV si è rivelato essere estremamente lucrativo. La rapidità dei profitti è simile a quella delle attività di narcotraffico, con un rapporto di investimento che può portare a guadagni dieci o venti volte superiori.

Perquisizioni e sequestri in Italia e all’Estero

L’inchiesta ha avuto una portata internazionale, con 89 perquisizioni effettuate in 15 regioni italiane e 14 in altri paesi, tra cui Regno Unito, Olanda, Svizzera, Romania, Svezia e Cina. Le forze dell’ordine hanno arrestato o identificato 102 persone coinvolte in questo traffico illecito, e le autorità croate hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 11 indagati. Le perquisizioni hanno avuto luogo in numerose città italiane, tra cui Catania, Napoli, Milano, Roma e Torino, confermando la vastità e la pervasività di questa rete criminale.

Una lotta contro un business invisibile

L’operazione “Taken Down” rappresenta una delle indagini più significative contro lo streaming illegale, smantellando una delle reti più estese e sofisticate di sempre. Questo colpo al traffico pirata non solo ha messo in luce la dimensione globale del fenomeno, ma ha anche dimostrato come la collaborazione internazionale tra le forze dell’ordine e le agenzie di sicurezza possa fare la differenza nella lotta contro il crimine informatico. Seppur ancora persistente, la pirateria digitale è sotto attacco, e le operazioni come questa sono fondamentali per proteggere i diritti dei contenuti e garantire la sicurezza nel cyberspazio. (La redazione)


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