Il nuovo album del chitarrista di Nashville è un viaggio attraverso memoria, perdita e resilienza, tra nastri analogici e melodie sospese nel tempo. Ascolta i primi singoli estratti dal nuovo album "Time Indefinite".
William Tyler (press photo)
Nel novembre del 2020, durante un viaggio a Jackson, Mississippi, William Tyler si imbatte in un oggetto dimenticato: un registratore a nastro ancora sigillato, appartenuto al nonno. È un frammento del passato che diventa presto strumento creativo. Portato a Nashville, Tyler inizia a sperimentare con il registratore insieme al produttore e amico Jakob Davis, utilizzandolo per costruire loop e paesaggi sonori che riflettono lo spaesamento di quel periodo. Da quel ritrovamento prende forma Time Indefinite, il primo album solista di Tyler in sei anni, in uscita il 25 aprile 2025 per l’etichetta Psychic Hotline.
I primi tre estratti dell’album — Cabin Six, Concern e Star of Hope — sono stati condivisi in anteprima dall’artista. Si tratta di una suite strumentale che mescola elementi folk, droni e field recordings, accompagnata da cortometraggi realizzati con vecchi filmati di famiglia. Cabin Six apre il disco con un’atmosfera ruvida e disturbata, un collage sonoro che evoca spaesamento e angoscia. In contrasto, Concern si distende in una melodia luminosa, dove archi e steel guitar emergono come una risposta gentile alle difficoltà. Star of Hope prende ispirazione da un inno ascoltato per caso su una radio AM, proseguendo il dialogo tra casualità e significato che attraversa tutto il disco.
Nel 2020, all’inizio della pandemia, Tyler si trasferisce da Los Angeles a Nashville, lasciandosi dietro gran parte della sua attrezzatura. In quel periodo di isolamento e instabilità, inizia a registrare idee con mezzi minimi: un telefono, un registratore a cassette, strumenti imperfetti ma capaci di restituire un’intimità preziosa.
Alcuni dei frammenti concepiti allora sembravano destinati a un progetto con Kieran Hebden (Four Tet), ma quel lavoro si è trasformato in un disco a due mani — Darkness, Darkness / No Services. Time Indefinite invece resta una visione personale, un’opera costruita sull’accettazione del rumore, del fruscio, dell’incertezza.
Come nei precedenti lavori, anche in Time Indefinite Tyler intreccia riferimenti musicali e culturali, dal folk americano alla musica sacra, dal documentario omonimo di Ross McElwee — dedicato alla marcia di Sherman nella Guerra Civile — a un’indagine profonda sul senso della perdita e della resilienza. I brani sono strumentali, ma dicono molto. Raccontano di lutto e solitudine, di dipendenza e inquietudine, di ciò che significa affrontare la mezza età in un mondo incerto. Più che un album, Time Indefinite si configura come un diario sonoro di un periodo difficile, una colonna sonora silenziosa che accompagna chiunque cerchi di orientarsi in tempi fragili.
La chitarra rimane il cuore della musica di William Tyler, ma in questo nuovo lavoro diventa punto di partenza per una ricerca più ampia. L’album si muove tra armonia e dissonanza, memoria e trasformazione, in un equilibrio delicato tra introspezione e apertura verso il mondo. Time Indefinite non offre risposte definitive, ma suggerisce che il semplice atto di “provare” a resistere e a creare può essere, di per sé, un gesto di speranza. (La redazione)
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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 14 Aprile 2025