Se c’è un disco da isola deserta per antonomasia questo è, senza alcun dubbio, London Calling dei Clash. Difficile, infatti, non riuscire a tirare fuori dallo scaffale questo capolavoro della band inglese in vista di un ipotetico, quanto definitivo, viaggio di piacere. Un lavoro completo che tocca tutto, o quasi tutto, l’arco costituzionale della popular music: il punk rock della title track, il rockabilly bruciante di Brand New Cadillac, le attitudini pop di Lost in the Supermarket, le smorfie swing di Jimmy Jazz, le posture reggae di The Guns Of Brixton e Revolution Rock, il miscuglio ska e rhythm and blues di Wrong ‘Em Boyo e molto altro ancora. Un doppio vinile pieno di commistioni musicali dove trova spazio anche il combat rock di Spanish Bombs, canzone ispirata alla guerra civile spagnola combattuta tra nazionalisti e repubblicani dal 1936 al 1939. Con questa terza prova discografica Joe Strummer e Mick Jones (che scrivono la maggior parte dei brani) realizzano, con il supporto della sezione ritmica formata da Paul Simonon e Topper Headon e sotto la produzione di Guy Stevens, una e vera e propria miliare della storia del rock. Diciannove tracce dall’inconfondibile spirito ribelle custodite all’interno di una ormai celebre copertina che, oltre a ricalcare la grafica del primo album di Elvis Presley, ritrae Simonon mentre spacca il basso sul palco. Credo che sia arrivato il momento di andare in vacanza. (Luca D’Ambrosio)