Cat Power sale sul palco della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma con circa un’ora e mezza di ritardo dopo che un acquazzone nel pomeriggio aveva provocato non pochi problemi all’organizzazione dell’evento, facendo così slittare il soundcheck oltre le 21. Ad aprire il live della musicista e cantante americana c’è il bravo Scott Matthew che, solo soletto, intorno alle 22, intrattiene gli spettatori romani con alcune deliziose cover tratte dal suo ultimo album intitolato Unlearned. Il pubblico è abbastanza numeroso e tra i presenti si scorgono persino Nanni Moretti e Asia Argento. Il primo, lo incontriamo seduto al bar con un trench verde mentre aspetta l’apertura dei cancelli; la seconda, invece, la intravediamo in prima fila che chiacchiera divertita con degli amici subito dopo l’esibizione della nostra indie woman preferita. Esibizione che prende il via con The Greatest e che trova subito l’entusiasmo dei partecipanti, ma che nel giro di un’ora viene sospesa dalla stessa Charlyn Marie Marshall (così all’anagrafe) che dice di avvertire un rumore di fondo insopportabile. Un suono che le spezza il cuore, precisamente. È impaziente: fuma, canta e sembra anche soffrire di un dolore alla gamba. Improvvisamente, però, sbotta e abbandona la scena. Il pubblico si divide: c’è chi l’acclama e chi si innervosisce. Noi, invece, che la “conosciamo bene” e che l’amiamo così com’è, restiamo in trepidante attesa, anche se – a voler esser sinceri – dalla galleria non abbiamo avvertito alcun suono fastidioso. Trascorrono quindici minuti, forse anche venti, e la cantautrice americana torna sul palcoscenico fumando e cercando di controllare, in prima persona, ogni singolo strumento e ogni singola apparecchiatura in funzione. Lo fa mentre canta alcuni brani del suo ultimo lavoro in studio, Sun, e tentando di scusarsi con il pubblico. Tuttavia, il concerto va avanti così, oltre la mezzanotte, quasi in maniera delirante e improvvisato. Non c’è più nulla da fare: questa è Cat Power. O la si ama incondizionatamente o la si odia. Noi abbiamo deciso di amarla, non solo per il suo talento, ma anche per la sua anima fragile e indocile.