Con l’arrivo dell’autunno io e la mia compagna torniamo al cinema. È una prassi ormai consolidata, quasi come le passeggiate del fine settimana o, chessò, le tisane con lo zenzero dopo cena. Percorriamo venticinque chilometri all’andata e altrettanti al ritorno. In automobile, naturalmente. La strada è sempre la stessa, il paesaggio pure, ma a noi ogni volta sembra di fuggire.
Spesso dobbiamo muoverci con largo anticipo, perché la sala è piccola e i film sono quasi sempre bellissimi. Film nuovi, ovviamente, che difficilmente ci capiterebbe di vedere in qualche mega scatolone della provincia e tantomeno nella cittadina in cui sopravvivo, perché qui, da dove vi scrivo, non c’è più un cinematografo.
E così, in alternativa al solito DVD o alla solita TV, non ci resta che questo breve viaggio che ogni domenica sera ci conduce in una piccola riserva dell’anima. Un viaggio che trasforma i discorsi e i chilometri in emozioni. In attesa del prossimo miracolo. (L.D.)
Una scena del film “L’attesa” di Piero Messina.
La canzone