Luglio 1973. Townes Van Zandt si esibisce all’Old Quarter di Houston nel Texas. Il piccolo locale è gremito. Ci sono un centinaio di persone. E il risultato è straordinario, tanto che qualche anno dopo, esattamente nel 1977, con l’aiuto del produttore Earl Willis, verrà pubblicato Live at the Old Quarter, Houston, Texas. Un disco che ti sfonda il cuore, tra folk, country e blues. Oltre novanta minuti di emozioni – da “Pancho and Lefty” a “Only Him or Me” passando per gemme come “If I Needed You”, “Rex’s Blues“, “No Place to Fall” e “Waiting ‘Round to Die“, giusto per citarne alcune – dove il malinconico e sarcastico Van Zandt mette in mostra la propria anima e il proprio talento, ma anche alcune delle sue influenze musicali quando decide, durante il concerto, di eseguire prima una cover di Merle Travis (”Nine Pound Hammer“) e poi una di Lightnin’ Hopkins (”Chauffeur’s Blues“) e di Bo Diddley (”Who Do You Love?“). Ne esce fuori un vero e proprio capolavoro con il brano tradizionale “Cocaine Blues” come ciliegina sulla torta. Sicuramente uno dei migliori album dal vivo finora in circolazione, se non addirittura uno dei lavori più rappresentativi del cantautore americano scomparso prematuramente il primo gennaio del 1997. (L.D.)