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Luca D'Ambrosio musica

Moon Duo al Muzak di Roma (01.11.2012)

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Un’ora abbondante di suoni psichedelici ed elettronici quelli messi in scena dai californiani Moon Duo nel piccolo e angusto Muzak di Roma, poco più di una cantina riempita all’inverosimile di bella gente e amplificatori. L’attesa è abbastanza lunga e per questo abbiamo il tempo di mandare giù qualche long drink disquisendo di neopsichedelia e krautrock, Suicide e Spacemen 3, My Bloody Valentine e Warlocks. Intanto, tra una chiacchiera e l’altra, ci accorgiamo che mancano pochi minuti alle 23 e 30. Alziamo lo sguardo e vediamo farsi spazio tra la folla, assiepata giusto a qualche centimetro dal palco e dalla strumentazione, Erik “Ripley” Johnson e Sanae Yamada. Una veloce regolazione alle apparecchiature e si parte subito con Sleepwalker, brano d’apertura del loro ultimo lavoro in studio che coinvolge immediatamente il pubblico in una sorta di danza ipnotica e allucinogena. Di lì a breve sarà un muro sonoro fatto di chitarre distorte, battiti elettronici e voci riverberate. Eseguono gran parte dei brani dell’ultimo disco, Circles, come è ovvio che sia, con la gente che non smette di agitarsi e che sembra essere caduta in una specie di trance. Si arriva a fine concerto con un senso di catarsi. Allora ci dirigiamo verso Ripley e Sanae e chiediamo loro se sono contenti della serata romana. Rispondono, quasi all’unisono e con i volti estasiati, “Yeah”. E così, il tempo di fare qualche foto e di acquistare un paio di vinili, ripartiamo in preda agli ultimi rantoli psichedelici. Questa sera Roma ci sembra San Francisco. (L.D.)

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