C’è stato un tempo in cui acquistavo vinili a scatola chiusa. Erano i cosiddetti dischi “cut-out” (“tagliati” o “bucati” per capirci) che costavano relativamente poco, in genere dalle 1.000 alle 2.000 lire al pezzo.
Per me, ma credo anche per molti altri della mia generazione, era un modo per ascoltare quanti più dischi possibili con pochi soldi, anche se nella maggior parte dei casi erano delle mezze ciofeche. (L.D.)
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