MyTunes è il nuovo libro di Maurizio Blatto pubblicato da Baldini&Castoldi lo scorso 21 maggio. Settantasette canzoni scelte e commentate dallo scrittore e critico musicale torinese che già ci aveva sorpreso con L’ultimo disco dei Mohicani . 77 canzoni che, ancora una volta, rivelano tutto l’amore di Blatto per un certo tipo di cultura musicale. Buona lettura.
Intervista a Maurizio Blatto di Luca D’Ambrosio
Dopo averci sorpreso e deliziato con L’ultimo disco dei Mohicani, eccoci qui, finalmente, con un nuovo libro che prende spunto e titolo dalla rubrica musicale che dal 2006 curi su Rumore, ovvero “MyTunes”. Innanzitutto, quanto è stato difficile fare questo secondo passo dopo il successo del tuo debutto letterario?
Autore di successo è una definizione che ovviamente renderà orgogliosa mia madre, grazie… Nessuna difficoltà, MyTunes è una rubrica che ha sempre riscontrato approvazione e fedeli su Rumore. È un contenitore semplice ma funzionale: i contorni critici e storici di una canzone usati come collante per pezzi di autobiografia “modificata”. La vita che entra nella musica o viceversa. Ho raccolte le migliori, ampliandole però per un pubblico meno “erudito” di quello abituale di Rumore, in sostanza privilegiandone la parte letteraria. Intervenire aggiungendo, limando o sbilanciando l’insieme di quanto già scritto è stato un processo molto stimolante dal punto di vista letterario. “Rifinire” mi è piaciuto moltissimo.
Sei passato da “Castelvecchi editore” a “Baldini&Castoldi”. Due grandi case editrici, a dimostrazione del tuo talento di scrittore oltre che di critico musicale. Qual è stato il motivo di questo passaggio? Sempre che tu abbia voglia di dirmelo…
Nessun problema. Come in quasi tutto quello che faccio, privilegio sempre l’aspetto umano. L’attuale Direttore Editoriale di Baldini&Castoldi è un mio vecchio amico. È venuto a stanarmi in negozio e mi ha proposto di realizzare MyTunes. L’idea mi girava in testa da tempo e spesso i miei lettori me la chiedevano espressamente. Quindi, affare fatto.
Nel tuo primo lavoro parli di musica partendo da quelle storie incredibili e divertenti che ruotano attorno a Backdoor (nda, storico negozio di dischi di Torino), in quest’ultimo invece racconti alcuni momenti della tua vita seguendo una lista di canzoni che, finora, hanno caratterizzato la tua esistenza. Insomma, mi sembra di capire che tu abbia applicato una specie di “proprietà commutativa” che equivale a dire: invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia. E per risultato, in questo caso, intendo “raccontarsi attraverso la musica”. È andata più o meno così?
Sì, il processo formativo è questo. Da sempre la musica è una calamita per la mia intera esistenza, un incagliarsi inarrestabile di piccoli gesti che si legano a ritornelli o assoli in distorsione. Mi sono piacevolmente arreso a questa evidenza.
Le canzoni scelte sono 77. Mi dici come le hai messe su e qual è stato eventualmente il filo conduttore?
Talvolta ho davvero voglia di parlare di canzoni precise, ma spesso è un piccolo accadimento a colpirmi e a domandare subito un aggancio melodico. Una piccola conversazione, una coincidenza buffa, timidamente persino una qualche elucubrazione filosofica apparsa all’improvviso. Le annoto mentalmente e poi vado a cercarmi la canzone di supporto. Sono vasi comunicanti, quasi sempre. Direi quindi che è lo stretto quotidiano, arricchito dal bagaglio di esperienze passate, a funzionare da filo conduttore.
Considerato il tuo ampio background musicale, sicuramente non è stato facile limitarsi a 77 canzoni. Voglio dire: c’è stato un momento in cui sei stato combattuto nell’inserire questa o quell’altra canzone?
No, devo dire che l’unica limitazione (peraltro non sancita da nessuna parte) che mi pesa è il dovermi attenere a una sola canzone per autore. Il fatto di aver già scritto su On The Beach di Neil Young non mi consente di versare lacrime su Cortez The Killer. Ma per il resto ho massima libertà.
(Ascolta “On The Beach” di Neil Young)
Mi sembra d’obbligo domandarti se c’è qualche canzone a cui sei particolarmente legato?
Asleep degli Smiths. Scritta soltanto per il libro. Gli Smiths sono il “mio” gruppo e ne ho parlato talmente tanto che mi ero ripromesso di non farlo più. Ma non potevo lasciarli fuori. E su Asleep mi sono aperto completamente. Spesso sono autobiografico (magari anche solo apparentemente…), ma su Asleep ho camminato senza rete. Esercizio difficile…
(Ascolta “Asleep” degli Smiths)
Una canzone che invece vorresti inserire oggi e il motivo.
Come ti dicevo, vorrei aggiungere qualcosa di autori che amo ma che ho già trattato. Qualcosa dei Velvet Underground, She’s Lost Control dei Joy Division per esempio.
(Ascolta “She’s Lost Control” dei Joy Division)
C’è invece una canzone che avresti fatto a meno di inserire e che casomai hai inserito “a forza” giusto perché ha contraddistinto un momento della tua vita?
Non entrano mai a forza. AC/DC, Deep Purple o Eagles non sono certo la mia tazza di tè, ma scriverne è stato divertente e mi ha offerto spunti ironici altrimenti preclusi da ballatone strappamutande sulle quali avrei versato fiumi di autocompiacimento morriseyano. Ho scritto persino dei Queen, gruppo che detesto con risolutezza.
(Ascolta “Highway To Hell” degli AC/DC)
“MyTunes” si può leggere anche in modalità “random”?
Altroché! Liberta assoluta, mettete la puntina dove volete. Per favorire eventuali percorsi di lettura ho creato delle playlist apposite, illustrate al fondo.
Nick Hornby ne aveva scelte 31 di canzoni per il suo libro, e non saprei dirti perché proprio quel numero, tu invece perché ne hai inserite settantasette?
Gambe di donna, anno del punk, 77 è un bel numero. Mi avvicinavo a quel numero e mi sembrava significativo. Come dicevano i CCCP “chiedi a 77 se non sai come si fa”.
(Ascolta “Emilia Paranoica” dei CCCP)
A proposito, ormai inizi a essere il nostro Nick Hornby. E non sono certamente il primo a dirlo. Mi chiedo: non è che lascerai “Backdoor” per dedicarti a una carriera esclusivamente di scrittore?
Io sono la versione Abatantuono di Nick Hornby… più commedia all’italiana che britannico humour. Anche se ti devo confessare che ultimamente mi sto appassionando al lato malinconico delle cose. Alla sottile lagna che esce fuori da certe cose che scrivo. Comunque no, per adesso vender dischi rimane il mio impiego istituzionale.
Non prendere questa domanda come una provocazione, bensì come uno spunto di discussione. Oramai le nuove generazioni, parlo di quelle cresciute con l’mp3, non ascoltano più dischi interi ma semplicemente canzoni. Tutti vanno in giro con iPod carichi di brani senza sapere a quale album appartengano e quali siano i riferimenti temporali e di genere. La musica intesa come semplice intrattenimento. Con questo “MyTunes” tu, in qualche modo, hai fatto un gran lavoro perché racconti delle storie, parli dei testi… Ecco, non pensi però che forse in futuro si debba lavorare anche su un libro di album per tentare di rieducare i giovani all’ascolto?
Quella sarebbe un’operazione più strettamente di critica musicale, per giunta già esplorata molte volte. “I migliori dischi di…” è un grande classico. Rispettabilissimo, ma che non mi interessa al momento. Le canzoni sono più flessibili narrativamente, magari rappresentano episodi isolati anche all’interno della discografia di quel gruppo. A me interessa molto di più incrociare la musica con qualcos’altro.
Ascoltare un disco in vinile è un rito che esige attenzione e premura. Pensi che in questi ultimi anni ci sia stato un incremento della vendita di vinili?
Sì, è un dato di fatto incontrovertibile. Oltre alla bellezza innegabile e glorificatrice dell’oggetto, obbliga l’ascoltatore a prendersi del tempo per sé, ad alzarsi per girare il disco, a manutenerlo. È un lusso. Concedetevelo.
Bene, prima di salutarci, torniamo alle nostre manie. Al momento, quali sono i dischi del 2014 che stai ascoltando più di ogni altro?
Top list del momento:
– Sun Kil Moon “Benji”
– Stephen Malkmus “Wig Out at Jagbags”
– Cagna Schiumante “Cagna Schiumante”
– Slint “Spiderland (box edition)”
– Effe Punto “Dinosauri”
– AA VV “Too Slow To Disco, vol.1”
– Fitness Forever “Cosmos”
(Ascolta “Benji” di Sun Kil Moon)
Non mi dire che hai già in mente qualche altro progetto.
Un romanzo. Storia già tutta in testa, ma poche righe scritte per ora.
Dove presenterai prossimamente “MyTunes”?
– Venerdì 13 giugno 2014, Circolo dei Lettori, Torino
– Venerdì 20 giugno 2014, Spazio 211, Festival Rumore, Torino
– Mercoledì 2 luglio 2014, Libreria Trebisonda, Torino
– Giovedì 10 luglio 2014, Libreria Il gatto che pesca, San Mauro (TO)
– Venerdì 25 luglio 2014, Festival Rock, Alpette (TO)
Grazie per la solita disponibilità.
Grazie a te. Che Lou Reed ci assista tutti quanti dall’alto.
(A questo punto ci sembra doveroso chiudere l’intervista con “Perfect Day”)