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Pillole quotidiane: Roman Gods dei Fleshtones

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Ricordo quella volta che Peter Zaremba spaccò il microfono sul palco. Subito dopo volarono le sedie. Era il 1990. (L.D.)



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Pillole quotidiane: It’s The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine) dei R.E.M.

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Mi alzo presto, bacio la mia compagna, accarezzo il cane e inizio la giornata sorridendo. Percorro qualche chilometro in macchina ascoltando i R.E.M. e penso ancora che il mondo sia un posto bellissimo. Poi entro in un ufficio squallido, mi siedo, scambio due parole con l’automa che ho di fronte e mi accorgo, improvvisamente, che non abbiamo più speranze. È la fine, insomma. (E io mi sento bene).



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Pillole quotidiane: Following a bird di Ezio Bosso

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Avete applaudito per l’esibizione del grande Ezio Bosso. Vi siete commossi per la sua musica e per le sue parole. Avete gridato al miracolo. Avete pubblicato foto, video, frasi e molto altro ancora nel giro di poche ore. Tutto questo è bellissimo. Davvero. Siete delle persone meravigliose. Però non riesco a capire perché la stragrande maggioranza della popolazione ascolti sempre la stessa musica. Spesso, musica di merda. Non lo so. Boh! (L.D., 11.02.2016)

Esibizione di Ezio Bosso con “Following a bird” a Sanremo 2016



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Ghiaccio Bollente e lo stato della musica in Italia. La mia intervista a Carlo Massarini.

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Ormai conosciamo tutti la triste vicenda della chiusura di Ghiaccio Bollente e della successiva petizione lanciata sul web che, in qualche modo, ha spinto anche il deputato Michele Anzaldi, membro della Commissione di Vigilanza Rai, a fare una riflessione sullo stato della musica in Italia. Abbiamo, quindi, raggiunto al telefono Carlo Massarini per farci dire qualcosa in più a distanza di un mese dalla conclusione del suo programma musicale. Buona lettura.

Intervista a Carlo Massarini di Luca D’Ambrosio
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Allora, Carlo, come prosegue la vicenda della chiusura di Ghiaccio Bollente? Ci sono novità?
Nessuna novità da parte della Rai. Per quanto ne sappia io, il programma è stato cancellato.

Nessun margine di trattativa, di speranza…
Francamente non ho notizie. Finora nessuno ci ha contattato. So soltanto che il 19 gennaio è uscito un articolo su L’Unità da parte del deputato Michele Anzaldi, membro della Commissione di Vigilanza Rai, che riproponeva il problema della musica in televisione, non solo legandolo a Ghiaccio Bollente – di cui citava la petizione – ma anche riguardo a David Bowie e in generale alla copertura di eventi musicali fatta da un Broadcaster importante come la Rai. Vedremo, quindi, se l’interrogazione parlamentare avrà delle risposte. Quello che posso dirti è che la petizione invitava anche a una riflessione da parte del Direttore Generale su un eventuale cambio di Rete (Rai 3, Rai 2…) e fascia oraria del programma per dare a tutti la possibilità di vederlo. Un potenziamento, invece di una chiusura. Questa, dal mio punto di vista, sarebbe la migliore soluzione finale.

Torniamo alla petizione su Change.org che è andata oltre ogni più rosea aspettativa. Immaginavi una reazione simile da parte del pubblico della rete, della stampa e non per ultimo di un membro del Parlamento?
Sinceramente su #saveGhiaccioBollente non mi aspettavo una reazione del genere. Sono rimasto molto sorpreso, perché i numeri sono stati tanti e soprattutto immediati. Abbiamo raccolto 20.000 firme nei primi cinque giorni, che è una cifra davvero molto importante per una petizione su un tema che non sia di salute pubblica piuttosto di emergenza, ma su un fattore culturale. La risposta mi è sembrata molto forte, segno che la musica è importante, e per un grande numero di persone.

Vuol dire quindi che nel Paese c’è anche una forte esigenza di cultura. Una cultura musicale che, nello specifico, sappia essere anche alternativa.
Diciamo che c’è voglia di cultura musicale, e anche di cultura in generale. Quello che è emerso subito da questa petizione (che è ancora aperta, su change.org) e dai messaggi postati anche sulla mia pagina Facebook è che c’è voglia di qualità. Una fetta abbastanza consistente del Paese ha la necessità, l’urgenza, di non appiattirsi sulla programmazione ordinaria che propone sempre gli stessi cantanti e la stessa musica, e invece ha voglia di continuare a vedere e ascoltare delle cose diverse e che non conosce. Purtroppo in Italia c’è sempre un certo provincialismo nell’affrontare determinati argomenti. Per esempio, è piuttosto assurdo, viste le circostanze, che non sia stato fatto in orari deputati uno speciale su David Bowie raccontando bene chi è stato, cosa ha rappresentato non solo come musicista ma anche come artista a 360°. Nessuno che abbia scavato un po’ dietro la maschera, che abbia raccontato che il suo vero messaggio per 40 anni è stato un messaggio concettuale, di reinvenzione quotidiana. Ecco, sono anche queste le cose di cui un canale nazionale, pagato oltretutto dai cittadini attraverso il canone, dovrebbe occuparsi. Del resto non sono il primo a dirlo, lo hanno detto un po’ tutti.

Cosa ti ha sorpreso positivamente di questa vicenda?
Devo dire che, al di là degli attestati di affetto e stima personali da parte di gente che mi segue anche da 30-40 anni, ciò che mi ha fatto molto piacere è l’apprezzamento verso il lavoro fatto nel passato e verso una trasmissione televisiva che parlava di musica in una maniera approfondita e – lo possiamo dire? – culturale. Cosa che non c’è da nessuna parte in Italia.

Cosa, invece, ti ha lasciato l’amaro in bocca?
La mancanza di dialogo con i Dirigenti. Io non sono triste perché Ghiaccio Bollente sia finito, la chiusura di un programma in questo mestiere fa parte del gioco, se ne parla, si capiscono le ragioni e magari si ragiona su come farne uno migliore in futuro. Però mi dispiace per Ghiaccio Bollente perché dopo tanti anni ero riuscito a portare in video una formula interessante, coniugare lo storico con il moderno. Era il programma che volevo realizzare da sempre. E questo taglio molto eclettico (rock, blues, jazz, classica, tutta la musica) aveva avuto un riscontro forte sia nei telespettatori che fra gli artisti stessi, italiani e stranieri.

Prima facevi cenno all’importanza di David Bowie. Nonostante ciò, però, nel nostro Paese ci tocca sentire e guardare, in prima serata e sul canale principale, uno speciale dedicato ad Al Bano, così, tanto per cambiare musica. Mi chiedo: perché non siamo in grado di cambiare, di fare qualcosa di diverso? Ogni tanto, dico.
Perché, come ti dicevo prima, siamo (beh, sono) provinciali. Perché non c’è una visione alta della musica come cultura contemporanea, questo è il vero problema. Abbiamo solo una visione bassa, popolare e di grandi numeri. Preferiscono un certo tipo di pubblico anziché un altro, quando in realtà in televisione si dovrebbe dare spazio a tutti, perché c’è un pubblico che adora Al Bano e un pubblico che invece cerca una proposta culturale e musicale diversa, e quest’ultimo è quasi sempre disatteso.

Paradossalmente c’era più spazio in passato. Penso a Discoring, Mr. Fantasy, D.O.C., Notte Rock, giusto per fare qualche nome, mentre ora ci sono i talent show come X Factor, Amici, Ti lascio una canzone, Italia’s Got Talent… Ecco, mi sembra di capire che, anziché fare un passo indietro, si sia fatto un salto nel vuoto! Secondo te, come si potrebbe raddrizzare questa situazione?
Sì, sicuramente, in passato ci sono stati dei momenti in cui c’era più spazio per la musica. Per raddrizzare questa situazione, a mio avviso, basterebbe differenziare l’offerta, introdurre nuove tecnologie social come le App per creare prodotti diversi, che possano essere fruiti in maniera diversa. Svecchiare, che non è un fatto di età ma di spirito, e aprire a musiche che non siano solo pop da classifica. Ricordarsi che è un Servizio Pubblico.

Be’, prima di salutarti, una domanda è d’obbligo: ti rivedremo presto in TV?
Spero proprio di sì, ma allo stato attuale non saprei dirti né dove né quando. Mi piacerebbe fare un altro programma che parta dall’esperienza di questo e vada oltre. Chissà. Per ora, intanto, sto finendo di scrivere il mio nuovo libro, “Absolute Beginners”, tratto dal primo anno di pillole di Virgin Radio, che dovrebbe uscire a maggio prossimo.
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Pillole quotidiane: Ennio Morricone

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In un Paese normale Ennio Morricone sarebbe quantomeno senatore a vita. (L.D.)



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Pillole quotidiane: il giorno perfetto

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Ho sempre cercato nella musica una via di fuga. Le parole che non ho. Un ricordo. Il giorno perfetto, insomma, anche se poi non arriva mai. (L.D.)



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Pillole quotidiane: Blackstar di David Bowie

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Se ne è andato con dignità, mettendo in luce la bellezza e l’arte di cui amava circondarsi. Lo ha fatto con il suo stile inconfondibile e con il suo vezzo misterioso e provocatorio, senza mai scadere nel patetico. Se ne è andato dopo averci regalato il suo ultimo lavoro in studio dal titolo Blackstar. Se ne è andato lasciando un vuoto incolmabile nella musica che più amiamo. Grazie di tutto, Duca Bianco. Sarai sempre il nostro eroe. (L.D.)



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Pillole quotidiane: Day is Done di Nick Drake

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Evitate gli imbecilli e cercate sempre la bellezza, anche quando tutto sembra finito. Per il resto, buon 2016.



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Pillole quotidiane: Gente di Merda degli Zen Circus

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I peggiori sono quelli che vengono sul blog e si ergono a paladini dell’onestà e della trasparenza. Scrivono cose incomprensibili, senza senso, al limite della follia. Insultano, diffamano, screditano il lavoro altrui con teorie quasi fantascientifiche e poi vanno via. Vanno via senza lasciare uno straccio di riferimento reale.

Ecco, sono queste le persone che più mi fanno schifo sul web. Quelle persone che dietro un nome fittizio mettono in luce il peggio dell’umanità: un mix di codardia, frustrazione e ignoranza. Gente che sputa veleno su ogni cosa e poi si nasconde. Gente di merda, insomma. Fine dello sfogo. (L.D.)



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Pillole quotidiane: 10 dischi italiani e 10 dischi non italiani del 2015

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Il gioco è sempre lo stesso: scegliere 20 dischi dell’anno che ho ascoltato con maggiore piacere e attenzione. Per comodità personale ho preferito dividerli in “10 dischi italiani” e “10 dischi non italiani”. È inutile dire, infine, che il 30-40% di ciascuna lista (in ordine alfabetico secondo il nome dell’artista o del gruppo) potrebbe cambiare da un momento all’altro. Buon 2016 a tutti.

TOP TEN 2015 – DISCHI NON ITALIANI
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BadBadNotGood & Ghostface Killah – Sour Soul (Lex Records)
Beach House – Thank Your Lucky Stars (Bella Union)
Destroyer – Poison Season (Dead Oceans)
Dirty Fences – Full Tramp (Slovenly Recordings)
Jamie xx – In Colour (Young Turks)
Joanna Newsom – Divers (Drag City)
Kurt Vile – B’lieve I’m Goin Down… (Matador)
Panda Bear – Panda Bear Meets The Grim Reaper (Rough Trade)
Sufjan Stevens – Carrie & Lowell (Asthmatic Kitty)
Teeth of the Sea – Highly Deadly Black Tarantula (Rocket Recordings)

TOP TEN 2015 – DISCHI ITALIANI
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Bombay – S.T. (Autoprodotto)
Calcutta – Mainstream (Bomba Dischi)
C+C=Maxigross – Fluttarn (Trovarobato/ Vaggimal Records)
Cesare Basile – Tu prenditi tutto l’amore che vuoi e non chiederlo più (Urtovox/The Prisoner)
Dellera – Stare bene è pericoloso (Martelabel)
Flying Vaginas – Beware Of Long Delayed Youth (Mia Cameretta)
Iacampo – Flores (Urtovox/ The Prisoner)
Iosonouncane – Die (Trovarobato)
Paolo Spaccamonti – Rumors (Santeria)
Umberto Maria Giardini – Protestantesima (La Tempesta Dischi)



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