Hai saputo trasformare il dolore e la sofferenza in musica per l’anima. Grazie di tutto, Aretha.
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Classicità folk rock e barlumi di psichedelia fanno di Lifted, il nuovo album di Israel Nash, un disco delizioso e confortante.
L’ho ascoltato oggi per la prima volta, tutto di un fiato e senza mai annoiarmi. E adesso mi sembra di stare meglio.
Perugia, 20 luglio 2018. Da lontano, in prossimità di una splendida terrazza panoramica, mi sembra di riconoscere alcuni musicisti del tour American Utopia, l’ultimo disco di David Byrne.
Mi avvicino con discrezione, temporeggio qualche secondo e subito dopo, senza esitare, chiedo loro: “Scusate, voi suonate con David Byrne?” Uno dei tre mi guarda con un sorriso beffardo e dice: “No, mi dispiace, è David Byrne che suona con noi!” E mentre tutti scoppiamo a ridere, una persona del gruppo mi indica Byrne che sta uscendo dall’hotel.
Ecco, la musica, per me, funziona esattamente così.
Incontrai Daniel Burton degli Early Day Miners al So What di Viterbo. Era il 2004. Ricordo che bevemmo whiskey e facemmo due chiacchiere prima del concerto. Subito dopo mi regalò la t-shirt della sua band.
Da allora sono passati diversi anni, esattamente 14, e devo ammettere che la mia passione e il mio entusiasmo per un certo tipo di musica non sono stati scalfiti neanche di un millimetro.
L’unica differenza è che adesso bevo solo tisane.
Rock the Casbah era una delle poche canzoni che mi piaceva ballare in discoteca. Ovviamente il dj la metteva sempre a fine serata, quando a farmi compagnia rimanevano un paio di tossici e due-tre ubriaconi.
C’è stato un tempo in cui acquistavo vinili a scatola chiusa. Erano i cosiddetti dischi “cut-out” (“tagliati” o “bucati” per capirci) che costavano relativamente poco, in genere dalle 1.000 alle 2.000 lire al pezzo.
Per me, ma credo anche per molti altri della mia generazione, era un modo per ascoltare quanti più dischi possibili con pochi soldi, anche se nella maggior parte dei casi erano delle mezze ciofeche. (L.D.)
Solo per dirvi che negli ultimi mesi ho scritto questo libro con il contributo di 50 artisti italiani. Si intitola LA MUSICA, PER ME (Arcana Edizioni, 2018) e sarà disponibile dal 15 marzo in libreria e negli store online. Per saperne di più, cliccate qui.
Ecco la lista dei dischi che quest’anno ho ascoltato con piacere.
Sono trenta e in ordine sparso.
THIS OLD DOG (Captured Tracks, 2017). Mac DeMarco
S/T (Spacebomb, 2017). Bedouine
A CASA TUTTO BENE (Picicca, 2017). Brunori Sas
GRAZIOSA UTOPIA (Woodworm Label, 2017). EDDA
HOW DID I FIND MYSELF MYSELF HERE? (Anti Records, 2017). The Dream Syndicate
BRUTALISM (Balley Records/ Norman Records, 2017). IDLES
BEAST EPIC (Sub Pop Records, 2017). Iron & Wine
AMERICAN DREAM (DFA RECORDS, 2017). LCD Soundsystem
HALO (Crammed Discs, 2017). Juana Molina
GOODNIGHT RHONDA LEE (Single Lock Records, 2017). Nicole Atkins
THE TOURIST (CYHSY, 2017). Clap Your Hands Say Yeah
S/T (Dead Oceans, 2017). Slowdive
MELODRAMA (Republic Records). Lorde
YESTERDAY’S GONE (EMI Records, 2017). Loyle Carner
PROCESS (Young Turks, 2017). Sampha
NO SHAPE (Matador Records, 2017). Perfume Genius
LOVE WHAT SURVIVES (Warp Records, 2017). Mount Kimbie
NEW ENERGY (BMG, 2017). Four Tet
DUST (Hyperdub Records, 2017). Laurel Halo
THE OOZ (True Panther Sounds, 2017). King Krule
S/T (Smalltown Supersound, 2017). Kelly Lee Owens
OUT IN THE STORM (Merge Records, 2017). Waxahatchee
GOTHS (Merge Records, 2017). The Mountain Goats
IN THE KINGDOM OF DREAMS (Loose Music, 2017). Ian Felice
SOMERSAULT (Bayonet, 2017). Beach Fossils
HEBA (Bella Union, 2017). Lowly
AROMANTICISM (Jagjaguwar, 2017). Moses Sumney
PLEASE BE MINE (Captured Tracks 2017). Molly Burch
IMPERMANENCE (Transgressive, 2017). Peter Silberman
OCCULT ARCHITECTURE VOL. 2 (Sacred Bones Records, 2017). Moon Duo
1987. Tre ragazzi sono davanti a una vetrina di strumenti musicali. Non sanno suonare, però vogliono imparare a farlo. Vogliono essere come i Velvet Underground. O qualcosa del genere.
È buio e sta nevicando. Le luci arancioni dei lampioni disegnano le loro sagome oblunghe sul marciapiede antistante l’ingresso del negozio.
Intorno c’è un via vai di gente e di automobili. Fa freddo e il rumore dei passi sulla neve si mescola al frastuono della città che sbuffa vapore da ogni feritoia.
Un ultimo sguardo e i tre decidono di andare via, non prima però di aver scelto quale strumento suonare. Se ne vanno con passo veloce e con in mente già le prime canzoni da suonare. Si chiameranno Galaxie 500 come un vecchio modello della Ford.
Ecco, questa è la storia di Damon, Naomi e Dean, o almeno a me piace immaginarla così.
Oggi è domenica e il sole splende alto.
Ho deciso: esco a fare due passi.