Quando tutto intorno sembra sgretolarsi, arriva sempre una canzone a farti battere forte il cuore. Una volta ancora, ovunque tu vada.
Ciao, amico mio.
I R.E.M. sono stati un punto di riferimento della mia adolescenza oltre che della mia educazione musicale e culturale. Li ho sempre amati, anche quando mi sono sentito stupidamente tradito per via della loro improvvisa popolarità.
Erano infatti gli anni di Out of Time e il successo di quel disco, nonostante la sua indiscussa bellezza, mi provocò uno sciocco quanto infantile risentimento. Oramai Berry, Buck, Mills e Stipe non erano più una “cosa privata”.
E fu così che decisi di ignorarli per qualche anno, per poi rimanerne nuovamente folgorato grazie a meraviglie come Automatic for the People, New Adventures in Hi-Fi e persino Up, il primo album senza il batterista Bill Berry.
Da allora non li ho più persi di vista e il loro scioglimento nel 2011 fu per me un vero e proprio colpo al cuore. Uno di quei colpi che ancora oggi accuso quando mi capita di ascoltare qualsiasi capolavoro della band di Athens, soprattutto ora che l’adolescenza è soltanto un lontano ricordo.
Certe volte mi sento così giovane che vorrei mandarvi a fare in culo senza un perché.